Cronache da Marte
Grande scoop di Ruotalibera: una intervista in esclusiva per FIAB Verona ad un veronese andato a vivere su Marte
Mio nipote Michele Castellarin, filosofo e chitarrista, per trovare una occupazione si è trasferito da diversi anni su Marte. Là ha conosciuto una simpatica marziana di nome Anshi con cui ha messo su famiglia ed ora ha due figli: Ansgar di 3 anni e Arik di 1 anno. Non solo: ha preso una seconda laurea ed ora è insegnante di ruolo nelle scuole marziane con ottimo stipendio. Michele, tendenzialmente pigro, fino ad ora si spostava solo con i mezzi pubblici, ma sotto l’influsso dei raggi cosmici ha iniziato ad usare la bici per recarsi al lavoro: 18 km all’andata e 18 al ritorno (n.d.r. per una strana coincidenza su Marte le unità di misura ed anche la moneta sono uguali a quelle terrestri). Record di 48 minuti alla media dei 22 km/h senza infrazioni, i marziani sono molto rispettosi delle regole. Mentre Michele è già al lavoro Anshi accompagna Ansgar all’asilo, lei a piedi con Arik nel passeggino lui in bici, mezz’ora di viaggio. Facciamo ora alcune domande alla coppia.
– Michele, come mai ti sei convertito alla bicicletta, ci metti di più o di meno che con il trasporto pubblico?
In realtà ho comprato la bici perché ero stanco di correre dietro ad Ansgar che con la bici va velocissimo. Per faticare meno ho cercato una buona bici che mi è costata ben mille euro. Quindi per ammortizzare l’investimento ho pensato di usarla anche per andare al lavoro. Le prime volte ci mettevo poco più di un’ora. Adesso impiego appena 3 minuti in più della metropolitana ma confido di fare meglio.
– 18 km non sono pochi, come è il percorso casa-posto di lavoro, nel tuo caso una scuola?
18 km sono tantissimi! Il tragitto però è proprio piacevole, devo attraversare solo un paio di stradoni, ma da casa mia, situata a nord-ovest della città, alla scuola, che è a sud-est, è praticamente tutta pista ciclabile chiusa al traffico o parco. Ho una app sul cellulare e mi dice che in tutto il tragitto sto fermo al massimo un minuto per gli attraversamenti.
– Nella città in cui vivi su Marte si usa molto la macchina, tu per esempio quanto la usi?
Non so rispondere a questa domanda, di auto ce ne sono molte ma fra le nostre conoscenze quasi nessuno la usa per andare al lavoro. Noi ne avevamo una che usavamo circa una volta al mese. Usandola così poco ci dimenticavamo dove la avevamo parcheggiata ed alcune volte ce l’hanno spostata causa traslochi o lavori. Insomma alla fine l’abbiamo rottamata!
– E tu Anshi cosa mi dici, qua da noi sulla terra a Verona molti genitori sono terrorizzati all’idea della bici, si comportano come al Mc-drive scaricando i figli dall’auto quasi dentro l’aula.
Davvero fate così? Qui su Marte ci sono un mucchio di cose da vedere lungo il percorso per l’asilo. Ci alziamo presto e preferisco fare con calma un tragitto anche più lungo, così insegno ai miei figli a conoscere il quartiere ed anche le regole per stare in strada. Per esempio Ansgar a 3 anni è già parzialmente autonomo, sa quando deve fermarsi vicino agli incroci e alle curve. Qui all’asilo poi le maestre portano fuori i bambini per abituarli a stare in strada ed in 4^ elementare c’è una sorta di “patente” per la bici. Poi mi sembra giusto fare un po’ di attività fisica.
Grazie ad Anshi, Michele, Ansgar ed Arik per le preziose informazioni.
Per concludere, dimenticavo un’altra curiosità: ho saputo che nella lingua marziana la città in cui abitano si chiama Berlin ed è anche piuttosto piovosa e fredda per molti mesi all’anno!
(da Ruotalibera 163 – luglio-settembre 2019)