Cicloturismo

Ciclovie SNCT: a che punto siamo?

Il SNCT (Sistema Nazionale CicloTuristico) è il progetto strategico col quale il MIT (Ministero delle Infrastrutture e Trasporti) dal 2017 sta creando in Italia – non senza lentezze e difficoltà – una rete di ciclovie nazionali di qualità. Su dieci ciclovie considerate prioritarie ben cinque interessano il Veneto, ovvero il Garda, la VenTo (Venezia-Torino sul Po), l’Adriatica (Venezia-Puglia), la Trieste-Lignano-Venezia e la Sole (Verona-Firenze); le altre sono la Tirrenica (Ventimiglia-Roma), la Sarda (Santa Teresa di Gallura-Cagliari-Sassari), il GRAB (Grande Raccordo Anulare delle Biciclette a Roma), l’Acquedotto Pugliese (Caposele-Santa Maria di Leuca) e la Magna Grecia (Lagonegro-Pachino e Maratea-Sibari).

Il quadro generale
Un sistema che avanza lento e disomogeneo, serve uno scatto

A cavallo tra il vecchio e il nuovo anno sono partiti i primi tre cantieri delle due principali ciclovie afferenti al Sistema Nazionale Ciclovie Turistiche. Si tratta del primo lotto della Ciclovia VenTo/EuroVelo 8 in Lombardia, del primo lotto della stessa ciclovia nel Veneto, del primo lotto della Ciclovia del Sole/EuroVelo 7 sempre in Lombardia e dell’unico lotto della Ciclovia Adriatica nel Molise.

Circa 150 km di ciclabili in totale che entro un anno dovrebbero – e mai come in questo caso il condizionale è d’obbligo – essere messe a disposizione di residenti, turisti e viaggiatori. Quattro cantieri non fanno una prova ma è ipotizzabile che a questi ne seguano molti altri, se non altro perché di questi lunghi corridoi ciclabili si parla già nelle leggi di bilancio dello Stato del 2016 e del 2017. In realtà oltre a parlarne sono state stanziate cospicue risorse per avviare le varie progettazioni e partire con la cantierizzazione dei primi lotti ma i tempi tecnico/amministrativi sono stati terribilmente ed inspiegabilmente lunghi, tant’è che ci sono voluti, appunto, oltre 6 anni per poter avvistare sul terreno le prime imprese appaltatrici. Come sempre in questo paese però la situazione è abbastanza disomogenea sul territorio nazionale. Lo Stato ha delegato le regioni a gestire tutto il processo progettuale e ogni regione si è organizzata, o non si è per nulla organizzata, a modo suo. Chi ha affidato a società in-house tutta la gestione delle ciclovie turistiche, chi ha delegato la pratica a enti parco, comuni o province attraversati dalla nuova infrastruttura, chi ha tenuto per sé il ruolo di stazione appaltante. Per quest’ultime c’è da dire che quasi nessuna ha potenziato i propri uffici tecnici e amministrativi e tutto è rimasto nelle mani di una sola persona che, bontà sua, dovrebbe seguire progetti, organizzare conferenze dei servizi, preparare pareri e documenti.

Risultato? Alcune ciclovie sono a buon punto (vedi sopra), altre sono in ritardo, altre vanno avanti piano. Non è questo il luogo e il momento di fare una classifica dei migliori ma da oggi in poi ci aspettiamo uno scatto di orgoglio da parte di tutti e una veloce cantierizzazione dei lotti già finanziati di tutte le 10 le ciclovie prioritarie del Sistema, se non altro perché la scadenza perentoria del 31 dicembre 2023 è data da non superare pena la perdita dei finanziamenti. Parliamo dei lotti finanziati, circa 600 milioni di euro di fondi PNRR e MIT (del precedente governo) a cui si aggiungono risorse regionali e altre fonti di finanziamento, che però non raggiungono nemmeno il 40% del fabbisogno totale quantificato, desumendolo dalla somma dei quadri economici delle singole ciclovie, in circa 2,5 miliardi di euro. Il rischio vero pertanto, in assenza di ulteriori risorse, è che le ciclovie nazionali non siano tali ma che siano piuttosto un insieme di ciclovie di carattere regionale non collegate tra loro.

Cosa aspettarsi entro il 2023?

Ciò detto, cosa dobbiamo aspettarci entro il 2023? Dalle informazioni in nostro possesso dovrebbero partire presto ulteriori lotti di VenTo e Sole, i primi lotti del Garda e dell’Adriatica (dal Veneto alla Puglia), della ciclovia della Sardegna e della Tirrenica. In ritardo, in quanto finanziate già dal 2016 e mai partite, il GRAB e l’Acquedotto Pugliese, anch’esse però ai nastri di partenza. A seguire quasi certamente i due lotti della Trieste-Lignano-Venezia (uno per ciascuna regione coinvolta) e la Magna Grecia.

Se qualcuno non partirà si assumerà una certa dose di rischio per quanto riguarda la conferma dei finanziamenti. Ne sa qualcosa la regione Campania che, non avendo presentato per tempo il progetto di fattibilità tecnico economica per un tratto della ciclovia del Sole nel suo territorio, ha perso circa 40 milioni di euro, subito incamerati dal MIT e destinati ad altre opere (il ponte sullo Stretto?).

In ogni caso per molte delle opere citate la tempistica è saltata completamente, e dopo 7 anni di studi e progetti non c’è un metro di nuova ciclabile su cui pedalare, escludendo le opere finanziate con risorse proprie delle regioni o con altre risorse diverse da quelle già citate, come ad esempio la Ciclovia del Sole in Emilia-Romagna tra Mirandola e Osteria Nuova con circa 45 km pedalabili, la Ciclabile dei Trabocchi in Abruzzo, 40 km dell’Adriatica, o la Ciclovia Tirrenica in provincia di Imperia dove risultano già pedalabili oltre 30 km.

Le ciclovie che interessano il Veneto

Per quanto riguarda la nostra regione la decisione della Giunta di affidare a Veneto Strade la gestione di tutte le cinque ciclabili che transitano nel nostro territorio si è rivelata azzeccata.

Come scritto sopra, entro il 2023 partiranno tutti i cantieri finanziati per una somma complessiva di oltre 60 milioni di euro. I 12 lotti funzionali copriranno circa 300 km tra nuove realizzazioni e riqualificazione di vecchi tracciati. Trattandosi in buona parte di ciclovie che si relazionano con l’acqua, una parte importante delle risorse sarà impiegata per la costruzione di ponti e passerelle. In questa fase rimangono esclusi dal finanziamento MIT/PNRR i ponti ciclopedonali di Adige e Brenta e quello ancor più impegnativo sul Tagliamento, tra Veneto e Friuli Venezia Giulia.

Il completamento di tutti i tratti che andranno in esecuzione è previsto entro il 2025. Per tale data dovrebbe essere interamente percorribile anche la ciclabile realizzata sul sedime dell’ex ferrovia della Treviso-Ostiglia, compresi i 6 km finali in territorio lombardo: sarà una ciclabile di circa 120 km che rappresenterà il tracciato più lungo realizzato in Italia su ferrovia dismessa.

Nelle more del completamento di queste opere, decisamente significative, auspichiamo che i tratti non ancora finanziati vengano presi in considerazione dai governi nazionali e regionali e si arrivi in tempi sufficientemente brevi al completamento di tutto il sistema. E questo vale anche per le altre regioni.

di Antonio Dalla Venezia

(da Ruotalibera 179 – luglio-settembre 2023)

Antonio Dalla Venezia, responsabile tecnico del progetto Bicitalia di FIAB oltre che già presidente di FIAB nazionale durante gli anni Duemila e attuale coordinatore FIAB del Veneto, ha collaborato intensamente in questi anni col Ministero nella scelta dei corridoi che sono già diventati o diventeranno le maglie della rete nazionale.

L’articolo pubblicato costituisce l’intervento che Antonio ha gentilmente accettato di scrivere per Ruotalibera per fare il punto sul divenire del SNCT, tra lavori in corso o in partenza e progetti da avviare o completare.

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Redazione Ruotalibera

La nostra pubblicazione principale è il quadrimestrale Ruotalibera, che da sempre arriva regolarmente nelle case di tutti i soci, e che illustra la vita e le proposte dell’associazione. Dal 2019 tutti gli articoli della rivista cartacea sono riportati anche online sul sito web, per consentire una miglior indicizzazione e diffusione dei contenuti. Buona lettura!
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