Ciclorifugio Bosco d’Albarella: oasi solidale sulla Ciclabile per il mare
Radici in Movimento presenta la nuova struttura destinata ai cicloviaggiatori
In attesa che le regole anti Covid consentano di svolgere una inaugurazione come si deve, è stato presentato sabato 27 Giugno ad una delegazione FIAB Verona, di tappa durante una escursione, il nuovo ciclorifugio, fresco di ristrutturazione, realizzato dall’associazione culturale Radici in Movimento a Bosco D’Albarella a Roverchiara, a due passi dalla ciclabile dell’Adige.
Un progetto ambizioso che Andrea Lista, presidente del gruppo di volontari, descrive con una semplicità e una freschezza quasi disarmanti: “Si, è vero, ci siamo completamente autofinanziati, e per abbattere i costi tutti noi dell’associazione abbiamo preso parte in prima persona ai lavori di ristrutturazione valorizzando le competenze interne al nostro gruppo: architetti, ingegneri, idraulici, elettricisti…”.
Oltre alla struttura, destinata ad offrire gratuitamente un appoggio logistico a cicloturisti e cicloviaggiatori, del compendio, che si estende su una superficie di circa 10 mila metri quadrati, fanno parte anche un boschetto realizzato mettendo a dimora 700 piante tra alberi e arbusti, un prato, un porticato per le attività all’aperto e perfino una iurta di 28 metri quadrati, abitazione mobile adottata da molti popoli nomadi dell’Asia tra cui (citiamo da Wikipedia) mongoli, kazaki e kirghisi. Il tutto nell’ottica di offrire un luogo di aggregazione ispirato ai valori solidali e ambientali.
Il vecchio casolare diroccato è stato infatti ristrutturato seguendo i criteri della bioedilizia: biomattoni di calce e canapa, tetto e travi di legno riciclato, pavimento in cotto, sottofondo in pula del riso e via elencando. Ma come è nato il tutto?
“Abbiamo acquistato questo terreno e il vecchio casolare attraverso una sottoscrizione tra i 25 soci fondatori di Radici in Movimento” prosegue Lista. “E poiché volevamo che fosse un progetto realmente aperto a tutti i soci, indipendentemente dal fatto che uno sia socio fondatore o meno, abbiamo dato tutta l’intera proprietà in comodato gratuito all’associazione per 99 anni. L’investimento complessivo ammonta ormai a circa 150 mila euro. Siamo un po’ matti? Io credo di no: a che cosa abbiamo rinunciato dopo tutto? Ad una bella vacanza? Ad un bel motorino? Ad un televisore di ultimissima generazione? Tutte emozioni che avremmo già bruciato, mentre questo esperimento ci consegna una cosa bella che, lo speriamo, ci gusteremo per molti anni”.
Vista la filosofia sottostante al progetto, si comprende bene la scelta di chiamare la struttura ricettiva con il termine “rifugio” piuttosto che con il generico e più commerciale “bicigrill”.
La lista delle attività che già stanno trovando spazio in questo luogo meraviglioso è comprensibilmente già molto lunga: “Sabato 27 giugno avevamo in programma una mostra collettiva di pittura, scultura, fotografia e installazioni. Precedentemente avevamo avviato un corso di lettura espressiva, un centro estivo. Abbiamo la festa dei Popoli, la festa del primo marzo e via elencando. Con la ristrutturazione del casale possiamo dare un punto di appoggio a cicloturisti e cicloviaggiatori, uno spazio dove chiunque possa trovare un luogo per dormire, farsi un caffè, prepararsi qualcosa da mangiare o fare due chiacchiere. In questo modo si valorizza la ciclabile dell’Adige che porta al mare, sperando di funzionare da stimolo anche verso i 15 Comuni che si affacciano sulla ciclovia Adige Sud”.
Il ciclorifugio si sviluppa su una superficie totale di circa 100 metri quadrati, è dotato di cucina e letti per dormire per almeno 5-6 posti, ma c’è molto spazio per disporre i sacchi a pelo. Lo stanzone grande a piano terreno si affaccia sul boschetto appena piantumato attraverso una grandissima vetrata. Ci sono servizi igienici, bagni e docce accessibili anche a disabili. La tenda mongola può ospitare il pernottamento di altre persone.
foto di Corrado Marastoni
(da Ruotalibera 167 – luglio-settembre 2020)