Le nostre attività

Che aria tira?

Chi vive in città lo sa, e spesso si abitua: lo smog è una presenza costante, che incrosta i muri, sporca i balconi, ingrigisce il bucato e un po’ anche le nostre vite. Ma soprattutto, lo smog è pericoloso: respirare aria inquinata è dannoso per la salute, esponendoci a maggior rischio di contrarre malattie cardiovascolari o tumori dell’apparato respiratorio.

Le città più inquinate da PM10 nel 2022 (Legambiente – Mal’aria 2023)

Chi volesse, può approfondire leggendo il rapporto Mal’aria che Legambiente ha prodotto anche quest’anno sul tema, dal quale si evince ad esempio che Verona ha il triste primato di essere tra le 17 città italiane più inquinate da Pm10 (con una media annuale di 30 µg/mc a fronte di un limite OMS di 15 µg/mc) e tra le 11 più inquinate da Pm2.5 (con una media annuale di 20 µg/mc a fronte di un limite OMS di 5 µg/mc).

Ma cos’è il Pm10? E il Pm2.5? Sono le cosiddette “polveri sottili”, ovvero la componente solida o liquida dello smog, particelle piccolissime (10 e 2,5 micrometri, cioè millesimi di millimetro) che, proprio a causa delle loro dimensioni così ridotte, riescono ad insediarsi nel nostro organismo, soprattutto a livello del sistema respiratorio, causando malattie respiratorie anche gravi e tumori, non solo ai polmoni ma anche all’apparato digerente (fonte: https://www.scientificast.it/che-cose-il-pm10-e-perche-dobbiamo-preoccuparcene/)

Benché il particolato abbia origini anche naturali (eruzioni vulcaniche, incendi boschivi, etc.), è oramai consolidato che il fattore antropico sia preponderante: traffico stradale, riscaldamento domestico, traffico aereo, agricoltura, etc. Cosa possiamo fare per ridurlo? Cercare di porre un freno alle nostre abitudini, preferendo ad esempio spostarci in bici anziché in auto; oppure fornendo le nostre case di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica, in modo da ridurre la necessità di elettricità prodotta con combustibili fossili; oppure ancora cercando di consumare meno luce o acqua calda; e così via…

L’unica fonte dati ufficiale per il rilevamento del particolato è attualmente rappresentata dalla rete di centraline delle Agenzie Regionali di Protezione Ambientale le ARPA (in Veneto, ARPAV) ma le centraline sono poche e, a detta di alcuni, installate talvolta in luoghi poco significativi (probabilmente in molti ricorderemo le polemiche di qualche anno fa per lo spostamento della centralina di Borgo Milano).

Oggigiorno, grazie al progresso tecnologico degli ultimi anni, è però anche possibile acquistare per poche decine di euro un sensore per la misurazione del particolato, così da effettuare delle misurazioni “domestiche”.

In quest’ottica partecipativa è nato il progetto Centraline dal basso, cui anche FIAB Verona ha aderito: si tratta di un progetto basato sulla realizzazione di una centralina per l’acquisizione di rilevazioni relative a Pm2.5, Pm10, temperatura e umidità (e prossimamente anche rumore), i cui dati vengono poi centralizzati su un database comune che permette di avere un’informazione più capillare e diffusa (ancorché ufficiosa) dello stato dell’inquinamento dell’aria.

Citando dal sito ufficiale (http://centralinedalbasso.org/):

Centralinedalbasso è il nome utilizzato in Italia dalle prime persone che hanno iniziato a seguire il progetto Luftdaten dell’OK Lab di Stoccarda, un progetto di citizen science e open source che si propone di misurare l’inquinamento atmosferico da particolato, in tempo reale e in modo diffuso sul territorio. I dati raccolti sono pubblici e accessibili (open data).

Nel momento in cui stiamo scrivendo, il progetto conta 13.185 centraline, distribuite in 76 nazioni, per un totale di oltre 20 miliardi di rilevazioni raccolte. Un patrimonio di preziose informazioni, costantemente in crescita.

La centralina installata nella sede FIAB è la prima all’interno delle mura magistrali di Verona, contribuendo in tal modo a dare una misura indicativa dello stato dell’aria nel centro della città. I dati sono liberamente consultabili a questo indirizzo, mentre visitando questa pagina (oppure questa, più ricca di informazioni ma più indicata se si sta utilizzando un PC) è possibile navigare una mappa del territorio, partendo dalla nostra sede (con la tabella delle ultime rilevazioni) fino ad allargarsi all’intero planisfero.

Possiamo cambiare il mondo (lo abbiamo già fatto, per la verità), ma il primo passo da compiere per il cambiamento è la consapevolezza di dove siamo, così da saper dirigere i nostri passi.

CENTRALINE DAL BASSO: SONO AFFIDABILI?

Come è possibile che una centralina dal costo di poche decine di euro sia affidabile al pari di una stazione di rilevazione che probabilmente ne costa decine di migliaia? Sembrerebbe piuttosto improbabile e difficile da credere. Tra l’altro se così fosse, ci sarebbe da domandarsi se l’installazione e manutenzione delle stazioni ARPA non si possa configurare come uno spreco di soldi pubblici.

La domanda è quindi lecita e, cercando in rete una risposta al nostro dubbio, abbiamo scoperto che se l’è posta anche la stessa ARPAV, che ha commissionato uno studio per verificare l’efficacia dei sensori a basso costo e l’attendibilità dei dati rilevati dalle Centraline dal Basso. Il risultato è molto interessante e ti invitiamo a leggerlo, perlomeno nelle sue conclusioni, che riassumiamo qui di seguito.

In buona sostanza i sensori low-cost si rivelano abbastanza attendibili, con valori molto vicini alle rilevazioni delle centraline più sofisticate, ma solo a fronte di determinate condizioni, che possiamo definire “ideali”. In particolare, a causa della loro stessa conformazione, detti sensori risentono molto delle condizioni atmosferiche, presentando scostamenti nelle rilevazioni anche significativi all’aumentare dei valori di umidità relativa. Ciò fa sì che le rilevazioni in giornate particolarmente umide (in inverno, o nelle giornate con nebbia o foschia, ad esempio) risultino falsate, con valori decisamente peggiorativi.

Tuttavia, al netto di questa cautela, riteniamo comunque la rete distribuita di sensori un valido supporto alle attività di misurazione, magari non sempre e non esattamente di tipo quantitativo, ma di certo come valido indicatore di tendenza.

COLLEGAMENTI UTILI

(da Ruotalibera 178 – aprile-giugno 2023)

Immagine in evidenza tratta dal sito maps.sensor.community

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Giuseppe Ventura

Nato nel 1969 in Piemonte, veronese d'adozione da più di un quarto di secolo. Appassionato di tecnologia e non solo: lettore onnivoro, coltiva da anni un rapporto di amore non sempre corrisposto con la chitarra e si lascia incantare volentieri dalla magia del grande schermo. Ha scoperto la bici come mezzo di trasporto solo di recente, grazie alla pedalata assistita, ma ha sempre creduto nella mobilità gentile come unica alternativa al dilagare del traffico nelle città.
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