Carlo Sivero: una telefonata allunga… l’iscrizione
Agli occhi di un venditore un socio che non rinnova è come un cliente perso. E di fronte a questo infausto presagio, questa pallina di neve che potrebbe trasformasi in valanga, non c’è che una soluzione: il contatto diretto, “perché una email, per quanto fatta bene, resta pur sempre una email…”.
È così che Carlo Sivero, socio FIAB da tre anni, di professione marketing manager, ha da poco introdotto in FIAB Verona il nuovo servizio di recall per soci distratti, permettendo di verificare empiricamente ciò che finora si poteva soltanto intuire, ovvero che la stragrande maggioranza di coloro che ogni anno non rinnovano l’iscrizione, non lo fa perché abbia smesso di aderire ai valori FIAB, ma molto più semplicemente perché se ne dimentica.
“In questo modo abbiamo recuperato già una quarantina di soci” spiega Sivero. “Del resto – continua – se la bici non è la prima delle tue priorità, normalissimo venire sopraffatti dalle incombenze quotidiane della vita. Per esempio, c’è chi si iscrive ad anni alterni, soltanto quando se ne ricorda. La scadenza può passare di mente perché si è avuto un problema fisico e naturalmente ha impattato molto anche il periodo di pandemia da Covid”.
Senza insistere, con gentilezza e cordialità, i soci che mancano di rinnovare ricevono una chiamata che chiede di capire i motivi del mancato rinnovo: “La cosa bella è l’estrema cordialità e il piacere con cui questo servizio è stato accolto. Raggiungere umanamente le persone scambiando due parole ha un valore che una comunicazione scritta come una email non può eguagliare”.
– Mai ricevuto rispostacce?
“Una volta soltanto, ma la stragrande maggioranza apprezza l’interessamento anche quando declina l’invito, del resto conosciamo il target dell’associazione. In realtà abbiamo visto che se il contatto avviene a distanza di breve tempo, diciamo uno o due anni, il socio viene quasi sempre recuperato”.
Sivero si è avvicinato alla FIAB per le ciclovacanze. “Né più né meno” conferma. “Poi pian piano, aumentando il tempo libero a disposizione, ho cercato di dare una mano per quanto era nelle mie possibilità”.
E ne è uscita l’idea del servizio di recall. Dopo i trascorsi di gioventù nel calcio dilettantistico la bici è sempre stata lo strumento principale del suo tempo libero: “Bici da corsa e mountain-bike sono sempre state al centro della mia settimana sportiva amatoriale. Negli ultimi anni ho inoltre cominciato a frequentare le ciclovacanze in chiave più turistica e anche godereccia, in compagnia di gruppi variopinti, fino all’arrivo in FIAB dove ho sempre trovato una organizzazione impeccabile delle ciclovacanze che mette a proprio agio tutti, anche i meno allenati”.
– Verona valorizza a sufficienza la bicicletta anche come mezzo di trasporto?
“C’è stato obiettivamente un passo in avanti negli ultimi anni, ed avvicinandomi all’associazione ho potuto capire meglio anche gli sforzi che sono stati fatti. È vero: per certi versi, la nostra resta una proposta un po’ di nicchia ma la speranza è che con il proliferare di piste e percorsi ciclabili, ma anche di biciclette vendute, la situazione migliori ulteriormente. Soprattutto di questi tempi, con i prezzi dei carburanti alle stelle che portano a riconsiderare le modalità di spostamento. D’altra parte ci sono state delle forzature che secondo me un poco ci squalificano agli occhi del grande pubblico, ad esempio con le corsie ciclabili vicino al Tribunale”.
Sivero non pensa che ciclisti sportivi e urbani debbano essere in competizione: “Non c’è un modo giusto o sbagliato di concepire la bicicletta, c’è soltanto l’intelligenza di farne un utilizzo corretto e rispettoso nei confronti degli altri utenti, ciò che vale anche per altri mezzi, ad esempio i monopattini”.
(da Ruotalibera 174 – aprile-giugno 2022)