Bici, salute e solidarietà
In sella per il progetto della Fondazione Veronesi Pink is Good
Era un tranquillo venerdì agostano di marchiatura e Giorgio mi dice che si deve incontrare di li a poco con Giulia, rappresentante della Fondazione Veronesi, per vedere se si riesce ad organizzare una biciclettata con noi. “Abbiamo un calendario già nutrito” mi dice Giorgio, “vediamo se riusciremo a trovare un buco e qualche volontario”.
Giulia arriva puntuale in compagnia del marito e comincia ad illustrarci la fondazione e la mission del loro gruppo che è una costola della Fondazione e cioè il progetto Pink is Good in favore delle donne colpite dal tumore al seno. Pink is Good per la Fondazione significa promuovere la prevenzione, indispensabile per individuare la malattia nelle primissime fasi, e fare informazione sul tema in modo serio, accurato, aggiornato. Un progetto che è anche sostegno concreto alla ricerca, grazie al finanziamento di borse di ricerca per medici e scienziati che hanno deciso di dedicare la loro vita allo studio e alla cura del tumore al seno e degli altri tumori femminili. Quindi la biciclettata sarà uno strumento per la raccolta fondi come già fatto con i running team promossi dalle Pink Ambassador come Giulia, la quale ci dice che non è solo un’impresa sportiva la loro, ma l’obiettivo è quello di dimostrare, a se stesse e al mondo, che dopo la malattia si può tornare a vivere più forti e più attive di prima e testimoniare l’importanza della diagnosi precoce e dei corretti stili di vita nella lotta contro i tumori. Quindi quale migliore stile di vita che una sana gita in bicicletta!
La collaborazione proposta ci solletica e cerchiamo una data libera nel nostro programma (cosa un po’ difficile da trovare). Invece c’è un buco a fine settembre e già un volontario, il sottoscritto. Dai, siamo già a buon punto, anche perché le Pink hanno inviato una rappresentante con le idee chiare che ha bene presente l’obbiettivo. Un rapido scambio di mail per concordare il volantino da veicolare e l’iniziativa parte. Il lunedì prima del sabato individuato, il 28 settembre, Giulia ci scrive che le iscrizioni stanno andando bene e che supereremo i 50 partecipanti. Cinquanta e più sono un numero che richiede una nutrita quota di volontari ed è già lunedì! Giorgio mi suggerisce di coinvolgere i nostri sociattivi. Certo, è la nostra prima risorsa. Mail di appello e i sociattivi si “attivano” rapidamente. Uno, due, tre… nel giro di un paio di giorni in sette danno la loro disponibilità.
Anche il tempo ci vuole bene e alla partenza c’è un bel sole e un caldo più di fine agosto che di fine settembre. Si parte dalla nostra sede e la scelta si rivela azzeccata perché le Pink hanno a disposizione i nostri spazi per seguire le ultime iscrizioni con calma. Chi abbisogna del gonfiaggio delle gomme o della regolazione della sella ha a disposizione l’attrezzatura della nostra ciclofficina, e chi arriva in macchina con la bici caricata ma si è dimenticato la ruota anteriore a casa… può utilizzare una delle nostre bici. Il programma prevede di raggiungere Villa Buri, proseguire fino a San Giovanni Lupatoto, con sosta gelato, e rientro da Borgo Roma.
Si parte! Settanta partecipanti, in maggioranza donne, cariche di energia, con i sociattivi impegnati nella gestione degli incroci e della colorata, ovviamente di rosa, colonna. Tutto è filato liscio, che sia stato anche per merito nostro? Credo proprio di sì. I nostri sociattivi, chi già avvezzo all’attività e chi neofita (a me è però sembrato che fossero tutti veterani), sono stati efficienti e precisi. Giulia e le Pink sono rimaste soddisfatte della giornata e della raccolta fondi che è andata oltre le loro aspettative, vero obbiettivo di giornata, e anche per noi l’esperienza è stata positiva ed arricchente: una collaborazione da ripetere perché salute e bicicletta non possono che andare a braccetto.
(da Ruotalibera 164 – ottobre-dicembre 2019)