La bicicletta occupa un ruolo significativo nella vita di tutti noi lettori di Ruotalibera: ci accompagna fedelmente nei quotidiani spostamenti cittadini, magari ci piace inforcarla per rilassarci nel weekend, a volte forse la scegliamo come compagna nei nostri viaggi. Ma per alcune persone che operano nel nostro territorio la bici è diventata qualcosa di più, una sfida imprenditoriale, e ci è parso interessante dare ad esse la parola per scoprire come siano riuscite a fare di una passione il loro lavoro. Ecco la prima intervista, ne seguiranno altre.
– Da quando ami la bici?
Da ragazza, dopo un breve periodo di uso del motorino dai 14 ai 16 anni, ho lasciato i mezzi a motore e ho scelto la bici. Da allora l’ho sempre usata per gli spostamenti urbani e l’ho considerata un bellissimo mezzo per fare i viaggi; i fine settimana, invece, preferivo dedicarli all’altra mia grande passione, la montagna. Poi è venuta la svolta della mia vita lavorativa e anche sociale. Ho deciso di partire con l’avventura di aprire un’attività di viaggi in bicicletta e sono diventata un tour operator specializzato nel cicloturismo. Da quel momento la bicicletta mi ha assorbito interamente e anche i fine settimana e tutti i momenti liberi sono stati finalizzati ad utilizzarla sia per allenarmi sia per conoscere il territorio vicino e lontano. Piano piano ho esplorato il Veronese e il Triveneto e ora credo di conoscere bene, quasi palmo a palmo, tutta la nostra zona.
– Perché la ami?
Amo la bicicletta perché mi dà una sensazione di libertà; solo con la bici (o a piedi, ma è difficile per le lunghe distanze e per le strade asfaltate) si riesce a esplorare e godere il territorio in modo completo. È un tuffo nella natura che rigenera. Inoltre mi piacciono molto anche lo sforzo, la fatica e la soddisfazione che provo quando raggiungo la meta.
– Quando sei entrata in FIAB?
A Verona la Fiab è nata negli anni ottanta, eravamo tutti giovani ambientalisti; sono stata iscritta per vari anni non in modo continuativo. Come famiglia siamo anche stati premiati dall’associazione perchè portavamo i figli all’asilo nido e alla scuola materna in bicicletta. Dal 2003 al 2008 (dai 45 ai 50 anni) sono stata socia attiva nella Fiab di Verona e ho organizzato escursioni e ciclovacanze. È stata anche questa bella esperienza che mi ha spinto alla sfida di mettere la bici al centro della mia attività professionale. Sono tuttora iscritta.
– Ritieni che FIAB svolga un ruolo significativo nel panorama ambientalistico italiano?
Sì, penso che la Fiab svolga un ruolo molto importante, direi fondamentale, sia per promuovere la mobilità sostenibile in ambito urbano sia per promuovere il cicloturismo come forma di turismo alternativo e non impattante sull’ambiente. A volte però mi sono trovata in disaccordo con alcune scelte politiche di Fiab. Porto l’esempio della nostra regione, il Veneto, in cui l’Assessorato Lavori Pubblici, Infrastrutture e Trasporti ha chiesto la collaborazione di Fiab per progettare una rete cicloturistica regionale. A mio parere la scelta di collaborare alla redazione di una guida dei percorsi e alla posa della relativa segnaletica prima che fossero realizzate le infrastrutture necessarie a rendere tali percorsi sicuri e completi è stata inopportuna. La conseguenza è che oggi il Veneto vanta sulla carta di possedere una rete di percorsi cicloturistici regionali che nella realtà non esiste, se non parzialmente: invece di realizzare un po’ alla volta le infrastrutture, si è preferito tracciare e tabellare tutto, anche quello che non c’è.
– Quando e come la bicicletta è diventata il tuo “mestiere”?
Ad un certo punto della mia vita cercavo maggiori soddisfazioni nell’attività lavorativa. I viaggi in bicicletta mi sono sempre piaciuti, mi piace organizzare e esplorare, mi piace stare con la gente. Avevo provato a organizzare e condurre dei viaggi per la Fiab di Verona ed era stata una bella esperienza. Ho pensato di dedicarmi a questo. In realtà è stato molto, ma molto più duro di quanto avessi previsto, comunque la mia resistenza e perseveranza hanno avuto la meglio. Adesso siamo in fase di crescita e spero che l’attività decolli bene, anche perché vorrei lasciare spazio ai giovani che in questi anni ho formato e che amano questo lavoro.
– Quali esperienze hai fatto in questi anni?
Ho messo a punto e organizzato molti viaggi in Italia e in Europa, ho fatto molte esplorazioni. Ho accompagnato tantissimi gruppi, ho conosciuto tanta gente. Questo aspetto del lavoro è molto bello, mi ha permesso di intessere nuovi rapporti e nuove amicizie. Ho imparato un sacco di cose riguardanti tutti gli aspetti dell’organizzazione dei viaggi, i mercati turistici e l’evoluzione del mondo turistico. Ho anche dovuto confrontarmi con le conseguenze della grande crisi economica.
– Come è orientata oggi la tua attività?
Dopo vari anni dedicati solo al mercato italiano, cioè ai clienti italiani, ci stiamo orientando sempre più sul mercato estero. Offriamo sia tour brevi, di poche ore, attorno a Verona, sia viaggi preferibilmente circoscritti nel territorio veneto o comunque vicino. Da pochi mesi abbiamo aperto la nostra nuova sede e abbiamo intenzione di spingere molto anche sul noleggio biciclette, rivolto sia ai veronesi sia ai turisti. Abbiamo circa 60 biciclette da cicloturismo, 25 biciclette a pedalata assistita, 6 gravel; metà di esse sono nuove e tutte sono di ottimo livello, perché da sempre ci interessa la qualità, che è il nostro obiettivo sia per i viaggi che per i mezzi. Pensiamo che il servizio di noleggio delle biciclette possa essere molto interessante anche per i nostri concittadini. Per esempio dà l’opportunità di provare una bicicletta a pedalata assistita per un’escursione o per un viaggio senza essere costretti ad acquistarla.
Se vuoi contattare Simonetta: info@simonettabiketours.it – tel: 045 2226529.
Se vuoi noleggiare una bici: via Madonna del Terraglio, 5 37129 Verona.