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Averardo Amadio, decano degli ecologisti

Il 22 gennaio scorso, all’età di 98 anni, è venuto a mancare Averardo Amadio, fondatore e presidente della delegazione veneta del WWF, un vero e proprio patriarca dell’ambientalismo veronese e veneto. Sotto alla sua ala si sono avvicinate ai temi dell’ecologia intere generazioni di attivisti e militanti tra cui, naturalmente, anche molti soci FIAB. In queste due testimonianze emerge il profilo e il carattere di un uomo che ha fatto la storia dell’ambientalismo a Verona.

DONATELLA MIOTTO
(già vicepresidente FIAB Verona)

Averardo Amadio è stato per me, come sono contenta di avergli detto più volte quando ci siamo ritrovati negli ultimi anni, una sorta di “padre spirituale”. Ricordo bene quando l’ho incontrato la prima volta: avevo 15 anni alla fine del ’75, ed era stato invitato ad un’assemblea scolastica al “Centro Mazziano” dove ci aveva mostrato diapositive impressionanti di ciminiere che vomitavano veleni e fiumi soffocati da schiume letali. Ci aveva trasmesso con passione il concetto di “ecositema” e le preoccupazioni per i danni gravissimi che l’uomo stava infliggendo al un pianeta: una preoccupazione che avremmo dovuto far nostra.

Gli incontri e i messaggi che riescono a colpire al cuore quando si hanno 15 anni non si scordano più e possono segnare la vita. E dopo quell’assemblea io, Laura e Valeria abbiamo deciso che dovevamo darci da fare: con tutta la vita davanti e la nostra voglia di cambiare il mondo, abbiamo pensato che questa sarebbe stata la buona causa per cui valeva la pena impegnarci, convinte che qualcosa avremmo combinato (forse ci siamo riuscite solo per noi stesse, ma anche questo non va sottovalutato). Così qualche giorno dopo ci siamo presentate alla sede WWF di vicolo Chiodo chiedendo di essere tesserate e arruolate. E dopo qualche mese siamo state invitate alla prima riunione di un nuovo gruppo giovanile. Lì abbiamo trovato Paolo, Nino, Giuliano e altri. Io e Valeria abbiamo trovato il primo amore dipingendo panda su uno striscione verde che sarebbe servito per la fiera, mentre Laura qualche anno dopo avrebbe incontrato lì Luciano, suo marito. Durante le bufere adolescenziali abbiamo trovato nel WWF una sorta di “parrocchia laica” che ci ha offerto amicizie, formazione, attività, ideali. Ogni tanto incrociavamo Averardo, “il Presidente”. Ne eravamo ammirati e un po’ intimoriti mentre lui ci salutava sorridendo, contento di noi, sentivo che gli ispiravamo tenerezza.

Poi il gruppo si è sciolto, noi ragazzi abbiamo preso strade diverse, ma quegli ideali sono rimasti dentro. Ho incontrato nuovamente Averardo molti anni dopo. Una domenica abbiamo percorso insieme chiacchierando quasi tutto il percorso di una marcia non competitiva sulle colline veronesi, che io ho affrontato in modo meno spedito di lui, all’epoca ottantenne. E ci siamo rivisti quando le mie figlie sono cresciute e ho pensato che era possibile tornare ad occuparmi un po’ delle tematiche ambientali, impegnandomi nella FIAB. L’ho intervistato due volte per “Ruotalibera”: nel 2008 mi raccontava che l’emergenza ambientale che più lo preoccupava era l’enorme consumo del territorio, il paesaggio minacciato ogni giorno, la sua difesa insufficiente anche a causa della scarsità di personale delle Sovrintendenze. E per Verona ci ha parlato delle aspirazioni del WWF : “un parco della Lessinia più attivo nel settore della conservazione e della sua promozione. Vorremmo i 10.000 ettari di parco, costituiti da alti pascoli senza insediamenti, liberi dal passaggio di auto. Invece non solo alcune strade sono aperte al traffico, ma alcune amministrazioni hanno espresso parere favorevole alla loro asfaltatura”. Ancora non si poteva immaginare che le minacce sarebbero continuate e si sarebbero aggravate fino agli attacchi odierni. “Dall’altra parte c’è il Monte Baldo”, continuava in quell’intervista “un valore enorme esposto a ripetute aggressioni (…), da più di 30 anni chiediamo la creazione del parco”. Un impegno instancabile finalmente premiato nel 2013.

Ci siamo trovati ancora in incontri pubblici dove si discuteva di P.A.T. (Piano di Assetto del Territorio) e ad una manifestazione contro il traforo delle Torricelle. Ho chiesto la sua autorevole firma per un paio di altre questioni che avevo preso a cuore e per le quali eravamo riusciti ad unire il mondo ambientalista. Ricordo un suo intervento ad un’assemblea, qualche anno fa, che ha lasciato tutti ammutoliti ed ammirati per la chiarezza e il vigore delle sue parole derivanti da un carattere, una competenza e una memoria storica che nessun altro poteva avere.

Ci chiedevamo con gli amici com’era possibile, quanti anni potesse avere questo “mito” inossidabile. Io calcolavo che quel giorno del ’75 lui per me era già “vecchio”, dimostrando almeno 50 anni. Eppure ci sembrava che la vecchiaia vera, e la fine, per lui non sarebbe arrivata mai. Qualche settimana fa è arrivata invece l’ora dei saluti finali. L’ora per dirgli un’ultima volta grazie per il suo altruismo e per quel suo attivismo che tanto ha fruttato e che continuerà a fiorire.


LUCIANO POSANI
(titolare de “L’Erboristeria artigiana” di Verona e obiettore di coscienza alla fine degli anni ’70)

Ripensando al tempo in cui svolsi i venti mesi del servizio civile presso il WWF, che allora aveva sede in Vicolo Chiodo a Verona, la figura autorevole e gentile di Averardo Amadio mi torna alla mente nei mille frammenti di ricordi legati alle tante attività che mettemmo in atto sotto la sua guida.

Chi non conosce il WWF potrebbe pensare che l’associazione si occupasse solo degli animali in via di estinzione, la tigre, il lupo marsicano ecc. mentre a fianco di queste icone nazionali ed internazionali, le sezioni cittadine si sono sempre occupate di salvaguardia del territorio, con azioni di denuncia e di proposta per il bene comune.

Non dimenticherò mai alcune “missioni” affidateci dal nostro presidente, Averardo: pedinammo alcuni camion di pozzi neri, che anziché conferire i reflui al depuratore, li scaricavano a cielo aperto in un terreno in zona Pestrino. Le nostre foto servirono a dare corpo alle denunce del caso.
Rivedo il taglio dei platani di Albarè, i lavori abusivi della strada che da San Zeno di Montagna doveva arrivare dritta a Campo, attraverso gli uliveti che venivano sventrati e gli ulivi tagliati senza alcuna autorizzazione. Foto, lettere, denunce. La strada fu fermata e collegata a Fasor e Castelletto di Brenzone. Cosa farebbe oggi Averardo Amadio circa lo scempio che l’amministrazione di Verona sta compiendo in questi mesi sul patrimonio arboreo di Verona? Manca la sua capacità di interloquire con le amministrazioni, nell’autorevolezza di una associazione importante.

E poi il Monte Baldo. Si parlava in quegli anni ’79 – ’80 di istituire il Parco del Monte Baldo, un grande sogno ecologista. Ricordo le tante iniziative e le lettere agli enti ed alle entità coinvolte. Con il delegato regionale, Marco Porceddu, pensammo di creare dei gadget per pubblicizzare questo grande progetto. Su mio disegno realizzammo un adesivo (al tempo gli adesivi erano molto in auge assieme alle spillette) che piacque molto. Tuttora ne conservo un esemplare per ricordo.

Devo molto ancora oggi, nella vita e nella professione, alla formazione ricevuta in quel periodo da Averardo, col suo esempio ha saputo ispirare noi giovani che partecipavamo alle attività della sezione: Laura, che lì ho incontrato e che è diventata la compagna della mia vita, Donatella, Valeria, Roberto, Enzo, Antonio, Giampietro, forse dimentico qualcuno…

Un Averardo Amadio ci vorrebbe sempre a combattere con la sua pacata tenacia e capacità di intervento nelle battaglie per il benessere comune, per la salvaguardia della nostra “casa comune”.

(da Ruotalibera 166 – aprile-giugno 2020)

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Redazione Ruotalibera

La nostra pubblicazione principale è il quadrimestrale Ruotalibera, che da sempre arriva regolarmente nelle case di tutti i soci, e che illustra la vita e le proposte dell’associazione. Dal 2019 tutti gli articoli della rivista cartacea sono riportati anche online sul sito web, per consentire una miglior indicizzazione e diffusione dei contenuti. Buona lettura!
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