CicloturismoEl canton del Bepo

Autopiste ciclabili

El canton del Bepo - Ruotalibera 156

“Robe dell’altro mondo” è diventato un modo di dimostrare stupore o indignazione di fronte ad un comportamento fuori dal comune. Poi vai nell’altro mondo e scopri che il modo di dire ha un fondamento solido nella realtà di paesi lontani dall’Europa. Giusto per fare qualche esempio, la parola “taxi” a Cuba indica una serie di veicoli di varie fogge e con ogni tipo di propulsore.

Ci sono addirittura delle auto moderne che prestano servizio (cubano) a prezzi europei. Ma gran parte dei cosiddetti taxi sono enormi e variopinte auto americane degli anni cinquanta. Ci sono poi i “colectivos”, vecchi camion con cassoni tipo trasporto animali, dotati di panche, che partono quando hanno raggiunto un certo numero di viaggiatori. Ci sono i taxi turistici, come i cocos, tricicli a motore a forma di cocco, le carrozze a cavalli e i coches criollos, carretti dotati di panche laterali, guidati da un “chofer” seduto di lato come i passeggeri.

E le biciclette? Ci sono anche loro, di tutte le fogge, tranne quelle da turismo. Tanti sono i risciò a pedali, per il trasporto di passeggeri e merci, che noi chiameremmo cargo bike, se solo assomigliassero vagamente a quelle che girano in Europa. Per quanto ci riguarda, siamo riusciti a percorrere solo 50 Km in bicicletta, noleggiando biciclette appena passabili, a prezzi tedeschi. Per fare cicloturismo a Cuba bisogna portarsi le biciclette da casa o accordarsi con alcuni tour operator che organizzano ciclovacanze a Cuba.

E ci sono piste ciclabili a Cuba? No, naturalmente, ma nelle strade secondarie il traffico è inesistente, il vero pericolo sono le buche enormi. Avrete, però, il vantaggio di poter andare in bici in autostrada. L’autopista, così si chiama, è solo una strada più larga e diritta delle altre, percorsa da poche auto e senza camion, ma dove potrete veder passare, attraversare e anche venirvi incontro pedoni, cavalieri, coches criollos, cani e persino mucche.

Robe dell’altro mondo, appunto.

(da Ruotalibera 156 – gennaio/febbraio 2018)

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Bepo Merlin

Giuseppe Merlin, per tutti Bepo, ciclista urbano e appassionato cicloturista, va in bici da sempre, ma più convintamente da quando, a seguito del primo infarto, il medico gli ha detto di essere in debito della vita nei confronti della sua due ruote. Da allora si spende senza risparmio per la promozione della ciclabilità, in veste di socio-attivo e animatore di uscite e serate culturali. È stato anche Direttore di FIAB nazionale (succedendo all'indimenticato Gigi Riccardi e prima dell'attuale Francesco Baroncini), lasciando di sè un bellissimo ricordo in tutti coloro che hanno avuto il piacere di incontrarlo e conoscerlo, durante una delle sue molte "visite pastorali" in giro per le varie associazioni d'Italia. Tuttora collabora con FIAB Verona in mille forme e con mille strumenti, tra i quali spicca la penna, la sua "arma segreta", che Bepo maneggia con destrezza e rara efficacia. Chiunque legga i suoi scritti, infatti, non può non apprezzarne l'onestà intellettuale e la lucidità di analisi. Da tempo immemorabile tiene la sua personale rubrica "El cantòn del Bepo" nell'ultima pagina della rivista Ruotalibera, di cui è stato per anni capo redattore, riorganizzandola nella veste e nei contenuti così come la vediamo oggi. È stato anche tra i promotori e forti sostenitori della rivista nazionale BC, importante mezzo di comunicazione per le associazioni FIAB italiane e indispensabile organo di diffusione del miglior "ciclopensiero".
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