“Robe dell’altro mondo” è diventato un modo di dimostrare stupore o indignazione di fronte ad un comportamento fuori dal comune. Poi vai nell’altro mondo e scopri che il modo di dire ha un fondamento solido nella realtà di paesi lontani dall’Europa. Giusto per fare qualche esempio, la parola “taxi” a Cuba indica una serie di veicoli di varie fogge e con ogni tipo di propulsore.
Ci sono addirittura delle auto moderne che prestano servizio (cubano) a prezzi europei. Ma gran parte dei cosiddetti taxi sono enormi e variopinte auto americane degli anni cinquanta. Ci sono poi i “colectivos”, vecchi camion con cassoni tipo trasporto animali, dotati di panche, che partono quando hanno raggiunto un certo numero di viaggiatori. Ci sono i taxi turistici, come i cocos, tricicli a motore a forma di cocco, le carrozze a cavalli e i coches criollos, carretti dotati di panche laterali, guidati da un “chofer” seduto di lato come i passeggeri.
E le biciclette? Ci sono anche loro, di tutte le fogge, tranne quelle da turismo. Tanti sono i risciò a pedali, per il trasporto di passeggeri e merci, che noi chiameremmo cargo bike, se solo assomigliassero vagamente a quelle che girano in Europa. Per quanto ci riguarda, siamo riusciti a percorrere solo 50 Km in bicicletta, noleggiando biciclette appena passabili, a prezzi tedeschi. Per fare cicloturismo a Cuba bisogna portarsi le biciclette da casa o accordarsi con alcuni tour operator che organizzano ciclovacanze a Cuba.
E ci sono piste ciclabili a Cuba? No, naturalmente, ma nelle strade secondarie il traffico è inesistente, il vero pericolo sono le buche enormi. Avrete, però, il vantaggio di poter andare in bici in autostrada. L’autopista, così si chiama, è solo una strada più larga e diritta delle altre, percorsa da poche auto e senza camion, ma dove potrete veder passare, attraversare e anche venirvi incontro pedoni, cavalieri, coches criollos, cani e persino mucche.
Robe dell’altro mondo, appunto.
(da Ruotalibera 156 – gennaio/febbraio 2018)