Doppio senso ciclabile: facciamo chiarezza
Si chiama “doppio senso ciclabile” (e non “bici contromano”): un dispositivo che, applicato nelle città in modo appropriato, funziona da anni in tutta Europa e fa calare velocità e incidenti. Perché non deve funzionare anche in Italia? A dirlo sono i dati, non le opinioni e le sensazioni.
A seguito di ripetuti articoli sulla stampa – che chiamano in causa anche la nostra associazione – contrari al progetto di legge attualmente allo studio della commissione trasporti della Camera, specialmente a riguardo del “doppio senso ciclabile”, FIAB Verona intende far sentire la sua voce sull’argomento.
Il “doppio senso ciclabile” (o “senso unico eccetto bici”, cosa diversa dal termine “contromano” che in questo contesto è fuorviante e non andrebbe usato) vuol dire permettere alle biciclette, in alcune strade a senso unico, di andare anche nell’altro senso. A prima vista – l’obiezione più classica e comprensibile – si intravedono grossi rischi di incidenti; tuttavia i dati raccolti dove il dispositivo funziona da anni (ovvero: tutta Europa, tranne la Grecia e qualche paese dell’Est; negli USA ed anche alcune città italiane come Lodi, Reggio Emilia, vari comuni del Trentino, …) mostrano che dove questo è stato permesso – anche in vie molto strette – l’incidentalità diminuisce drasticamente. Perché? Semplice: l’esperienza mostra che tutti diventano più attenti, lenti e prudenti. Questi sono dati e fatti che ci permettiamo di segnalare ai molti che in questi giorni esprimono opinioni e sensazioni di per sè comprensibili ma prive del supporto di dati oggettivi.
Si fa presente che la norma, se adottata,andrebbe applicata non in tutte le vie a senso unico, ma solo dove decide l’amministrazione e in presenza di Zona 30, e preferibilmente:
- solo ove il dispositivo dia un significativo miglioramento e semplificazione del percorso per le bici;
- con segnaletica di bassa velocità e prudenza per le bici che imboccano il senso contrario;
- con segnaletica d’allerta per chi provenga dal senso principale (si vedano le foto prese a Mori, TN).
Le statistiche sugli incidenti stradali gravi sono in costante e preoccupante aumento, specie in ambito cittadino (recenti dati ISTAT), e le cause principali sono sempre velocità e distrazione. Pensare che questa piaga possa essere sconfitta solo con prevenzione culturale e maggior presenza di forze dell’ordine è purtroppo illusorio. Ciò che invece funziona è cambiare le “regole di ingaggio stradale” (le norme di circolazione) nella direzione di costringere tutti gli utenti a moderare la velocità e prestare maggior attenzione a quello che può succedere, e di incentivare chi sceglie di muoversi in modo sostenibile. Il “doppio senso ciclabile”, ove applicato, ha ampiamente dimostrato di lavorare in questo senso, con risultati più che incoraggianti.
Bisognerebbe inoltre andare oltre l’immagine degli “italiani indisciplinati”, alibi molto usato per evitare di andare in fondo alle questioni: gli italiani sanno comportarsi bene quando una nuova norma è ragionevole e ben spiegata. Si ricordi ad esempio come 16 anni fa, contro ogni previsione, venne subito recepita con successo e spirito collaborativo la “legge Sirchia” sul divieto di fumo in ambienti pubblici che ci pose all’avanguardia in Europa.
Per concludere, in risposta ad allusioni poco rispettose sulla propria missione, FIAB Verona precisa di non essere mai stata – e che mai sarà– il sindacato di chi usa la bicicletta in modo scorretto (per capirci: sale sui marciapiedi, passa col rosso, non usa le luci e via dicendo): la scorrettezza non dipende dal mezzo di trasporto ma dalla persona, che a seconda delle occasioni e degli orari è pedone, ciclista o automobilista.
La nostra missione è invece di chiedere che la città diventi – sempre nel rispetto delle norme vigenti, che se necessario vanno ripensate per farle evolvere – più semplice e accogliente per chi sceglie di muoversi in modo da non aggravare il traffico e lo stato ambientale delle nostre città, che sono sempre più a rischio.
Ufficio Stampa FIAB Verona onlus