Le nostre attività

Alla scoperta della Padova invisibile: il progetto

Ospitiamo con piacere l’intervento di Francesca Chiogna di FIAB Padova, che illustra in dettaglio come viene organizzata una riuscita e apprezzata iniziativa per portare le persone a visitare in bicicletta le bellezze della città patavina.

Mesi invernali: freddo pungente, giornate corte, giacconi pesanti. Che fare? Il programma gite ormai è finito e le occasioni di trovarsi sono prevalentemente al chiuso, tra serate culturali settimanali o qualche uscita a piedi. Allora nasce un’idea: perché non organizzare delle cicloescursioni brevi in città a tema culturale? Ci sono tanti posti sconosciuti a Padova, come d’altronde in ogni città, dietro a portoni solitamente chiusi, o storie di cui si sono perse le tracce nel tempo, ma che girando con il naso all’insù e con l’aiuto di una guida si possono riscoprire. La bicicletta permette di girare agevolmente per le strade urbane e coprire in breve tempo distanze che neanche con un passo veloce sarebbero percorribili a piedi. Oltretutto si fa del sano movimento, perché si sa che d’inverno si diventa più pigri e spesso la bicicletta finisce parcheggiata in garage. Se poi si presentano i ciclisti urbani occasionali, abituati a pochi chilometri (diversi dai quelli abituali dell’associazione), allora a maggior ragione l’idea può funzionare. Si sta parlando del lontano 2010, quando per i mesi tra gennaio e febbraio alcuni soci misero a disposizione sé o i propri contatti per creare ogni domenica un tema diverso, un filo conduttore dell’evento. Così è nata l’idea della manifestazione “Alla scoperta della Padova invisibile, le domeniche invernali in bicicletta… e con curiosità”. Da allora poco è cambiato se non che si è perfezionato un protocollo diviso sostanzialmente in tre fasi: quella della programmazione e promozione del progetto, una di organizzazione delle singole giornate e l’ultima a consuntivo del progetto. Con la pandemia, che ha ridotto l’edizione 2020, cancellando le ultime date, dal 2021, vista ancora la situazione precaria e poi per opportunità, la manifestazione adesso si svolge nelle domeniche di novembre.

Quella del programma è la parte che deve partire per tempo, per mettere sul tavolo i temi e le figure da coinvolgere (guide, contatti o richiesta formale dei permessi per entrare in siti particolari). A volte può essere utile tenere da parte delle idee di riserva, anche per le eventuali edizioni successive. Gli argomenti che più attirano sono quelli che riguardano la storia locale, che possono spaziare su un’epoca, un fatto storico, un quartiere o un personaggio della città.

La base di partenza è fissare le tempistiche entro cui si vuole rimanere e il chilometraggio massimo indicativo. Il progetto di FIAB Padova prevede di rimanere entro i dieci chilometri di lunghezza, all’interno del territorio comunale o appena limitrofo, e con una durata di poche ore, di solito la mattina, ma può funzionare anche al pomeriggio. È un obiettivo adeguato per coprire una buona parte di territorio, lasciando anche il tempo necessario per le singole tappe, con la relativa spiegazione della guida.

Anche la regolarità del punto di ritrovo è una costante delle giornate, con la scelta ormai decennale di Prato della Valle, un punto centrale della città, agevole da qualsiasi direzione si prenda e spazioso a sufficienza per non creare intralcio al momento del raduno e della partenza.

Un parametro utile per valutare a spanne le tempistiche per le varie fasi della giornata è considerare una velocità media del gruppo di 10-12 km/h, tra fermate e ripartenze agli incroci/attraversamenti. Per ogni sosta, tra posizionamento ed eventualmente messa in sicurezza delle biciclette, raccolta del gruppo e preparazione degli oratori, si è visto che ci vogliono dai cinque ai dieci minuti, a seconda della numerosità del gruppo (difficilmente meno di una cinquantina di partecipanti per volta), e altrettanti alla ripartenza. In ogni sosta, dopo l’introduzione del luogo e la spiegazione, da qualche anno il tutto avviene anche con il supporto di due attori che rendono l’esperienza più immersiva attraverso le letture di articoli dell’epoca o altri brani legati al tema del luogo. Non manca poi la parte delle domande rivolte dai presenti incuriositi che arricchiscono le informazioni e così facendo ogni tappa difficilmente dura meno di 20-30 minuti.

Spesso la tappa finale è prevista in un luogo al chiuso, più lunga delle altre, molto apprezzata visto il periodo invernale e le temperature rigide. Quindi da una semplice somma tra il tempo per percorrere il tracciato alla velocità media e quello necessario per ogni sosta, si può già farsi un’idea del numero di tappe possibili e/o le distanze massime per rimanere nella durata prefissata.

Di solito quattro soste così strutturate sono già sufficienti per coprire i dieci chilometri nella durata prefissata. Individuati i luoghi più adatti per il tema, il percorso di ogni giornata viene quasi da sé, unendo i puntini come in un gioco di enigmistica, ovviamente rispettando il codice della strada.

Nelle prime edizioni l’evento di apertura della rassegna era riservato ai soci FIAB, a partecipazione gratuita, con lo scopo di incentivare il rinnovo della tessera, visto che si svolge durante l’inverno, periodo di tesseramento, mentre nelle date successive la partecipazione veniva aperta a tutti. Nelle ultime due edizioni l’associazione ha partecipato e vinto dei bandi indetti dal Comune, per cui la gratuità è stata estesa a tutti e per tutta la durata della manifestazione.

Una volta definito il progetto, si parte con la promozione. Con semplici programmi di grafica anche online (per esempio Canva o Microsoft Designer), si prepara il volantino, con le informazioni fondamentali, quali date, punto e orario di ritrovo, una spiegazione di massima per incuriosire ed eventualmente il contributo di partecipazione per coprire l’assicurazione e le spese.

In questa fase, la richiesta del patrocinio del Comune può essere un valore aggiunto, visto che è un’iniziativa che riguarda la cittadinanza. Questo permette la distribuzione anche in luoghi pubblici. Un volta stampato il volantino (ci sono siti online che stampano in tempi rapidi e a cifre abbordabili), si passa alla distribuzione del cartaceo nei luoghi della città più frequentati (quartieri, biblioteche, URP, esercizi commerciali, ecc.). Una serata di presentazione a ridosso della prima data può essere utile per introdurre il progetto, con immagini e materiali che non potrebbero essere esposti durante le biciclettate. La creazione dell’evento sulla propria pagina Facebook è un altro canale valido per raggiungere più persone. Nei giorni subito antecedenti viene comunicato alla polizia municipale il percorso, la successione delle vie interessate, per verificare che non vi siano sovrapposizioni con altre manifestazioni, e apportare eventualmente i dovuti aggiustamenti.

Per ogni singola giornata la procedura seguita non è molto diversa da quella di una normale gita. Dopo aver definito il gruppo dei volontari (individuabili tramite gilet, spillette, bandiere o altro segno distintivo), per ogni domenica si assegnano i compiti necessari per lo svolgimento della giornata, condividendo con tutti il percorso. Utile è la creazione di una chat per le comunicazioni rapide. Al momento del ritrovo almeno due persone saranno dedicate alla raccolta dei nomi dei partecipanti ed eventualmente del contributo. Per accompagnare il gruppo servono guida, scopa (possibilmente in collegamento con delle utili radioline) e supporti vari per presidiare, anche a staffetta, gli attraversamenti. Nelle soste sono molto apprezzati microfoni e amplificatori per agevolare l’ascolto, che necessitano almeno di una persona dedicata per la loro gestione e trasporto. Si può prevederne il noleggio con un service, oppure acquistarli come investimento per occasioni future.

L’ultima parte riguarda la parte burocratica dello scarico delle assicurazioni giornaliere di volta in volta e alla fine la raccolta di tutti i giustificativi di spesa per concludere la rendicontazione. Quest’ultimo passaggio diventa necessario in caso di contributi esterni, come i bandi. Alla fine del progetto rimane la soddisfazione di aver visitato luoghi di un certo interesse e magari poco conosciuti, di aver incuriosito i partecipanti sulle altre nostre attività e aver contribuito a mettere in sella tante persone tutte insieme, per dimostrare che esiste un altro modo per muoversi in città.

di Francesca Chiogna
(da Ruotalibera 181 – gennaio-marzo 2024)

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Redazione Ruotalibera

La nostra pubblicazione principale è il quadrimestrale Ruotalibera, che da sempre arriva regolarmente nelle case di tutti i soci, e che illustra la vita e le proposte dell’associazione. Dal 2019 tutti gli articoli della rivista cartacea sono riportati anche online sul sito web, per consentire una miglior indicizzazione e diffusione dei contenuti. Buona lettura!
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