Ciclista illuminato, la transizione lenta
I dati della rilevazione 2023 sull’uso delle luci in città
L’edizione 2023 dell’iniziativa Ciclista Illuminato, l’artigianale rilevazione con cui FIAB Verona ogni autunno, col buio, testa l’uso delle luci da parte dei ciclisti urbani veronesi, conferma la tendenza delle ultime edizioni.
Il bicchiere è dunque mezzo pieno? Andiamo con ordine.
La conta si è svolta il 7 novembre dalle 17.20 alle 18.50 in quattro varchi della città (Castelvecchio, ponte della Vittoria, viale Piave, Saval). Sono stati contati 1.041 passaggi di mezzi a due ruote, qualcuno in meno rispetto ai circa 1.200 circa del 2022. Il 34,8% dei ciclisti era privo di ogni dispositivo luminoso; il 17,7% aveva soltanto una luce o i catarifrangenti ai raggi; il 40,8% aveva entrambi le luci, ma non sempre i catarifrangenti; soltanto il 6,7% era perfettamente in regola con la normativa, che prescrive luci e catarifrangenti. Ricordiamo che Il giubbino riflettente è obbligatorio solo in ambito extraurbano o in galleria.
Pur apprezzando il relativo ed indubitabile miglioramento, di cui ci piace pensare che FIAB Verona sia uno dei vettori, bisogna ammettere che essere “quasi in regola” non è sufficiente. Preponderante è ancora la sottovalutazione del rischio e l’approccio lassista alle regole. Purtroppo le bici possono essere vendute senza luci, infatti i ciclisti più spenti sono quelli che usano le MTB. In prossimità di campi sportivi, abbiamo per esempio visto sfrecciare tantissimi adolescenti in sella a MTB prive di qualunque dispositivo di illuminazione.
Pure tra i monopattini, che crescono in numero (quest’anno sono 174, il 16,7% del campione con punta del 22% zona Stazione), vale la regola empirica per cui se provengono dai noleggi, in genere, sono a norma, ma se sono mezzi privati, spesso manca qualcosa. Anche il fenomeno del furto incide, nella misura in cui spinge molti ciclisti ad adottare bici “obsolete” poco appetibili ai ladri ma non sempre in perfetto stato di manutenzione. Infatti le ebike, oltre che ovviamente le biciclette del bike sharing, sono quasi sempre a posto.
Tutti questi fattori di incertezza messi assieme possono forse contribuire a spiegare come mai i ciclisti in regola siano cresciuti così poco negli ultimi 12 anni. La morale? Bisogna continuare a lavorare e ad insistere, istituzioni comprese, soprattutto con i più giovani perché un ciclista illuminato è una persona in regola con la legge e più sicura per sé e per gli altri.
Ufficio Stampa FIAB Verona onlus