Ignoranti e felici
È ormai assodato che un po’ di ignoranza migliora la vita. Lo attestano anche i proverbi antichi. Si dice, ad esempio: “occhio non vede, cuore non duole”. E se vale per l’occhio, può valere anche per l’orecchio che non sente e, al sommo grado, per la mente che non comprende o non sa. Chi sa, infatti, è pieno di domande senza risposta che lo tormentano.
Qualcuno starà già pensando che sto invecchiando male. Un po’ è vero, ma non del tutto.
Molti di voi avranno già capito che amo usare i paradossi per parlare di bicicletta.
Alcuni post su Facebook mi hanno sbloccato i ricordi di quando andavo a lavorare. Per 9 mesi il traffico cittadino era caotico e non c’era verso di trovare scorciatoie o allungatoie scorrevoli, alla fine tutti dovevano fare la loro coda rilassante a qualche semaforo. A nulla servivano i tentativi dei vari Assessori, più o meno competenti, di “fluidificare il traffico”. Poi, dalla metà di giugno e ancor più dal primo luglio, le strade tornavano scorrevoli. Quale mistero si nascondeva dietro questo cambiamento repentino? Erano terminati i lavori per la TAV e per la Filovia? Macché! Erano finite le scuole, dalle materne alle superiori.
A questo punto, se fossi un urbanista, o un amministratore cittadino, avrei pronta la soluzione del problema del traffico. Basterebbe, infatti, chiudere definitivamente le scuole. Dite che non è possibile perché così verrebbe a mancare l’istruzione e aumenterebbe l’ignoranza? Ma ho già spiegato all’inizio che le persone ignoranti sono più felici di quelle istruite.
Oppure, come dice FIAB, si potrebbe andare tutti meno in auto e più in bicicletta o con il mezzo pubblico. Così, magari, i ragazzi potrebbero andare a scuola da soli, a piedi o in bicicletta, senza rischiare di essere tirati sotto da qualche automobilista frettoloso, stressato e distratto.
(da Ruotalibera 179 – luglio-settembre 2023)
Immagine in evidenza da cronacadiverona.com