Ciclofficina nelle scuole
Il team di “formatori” è composto da due soci, Claudio ed io, che hanno la passione della meccanica e che molto volentieri mettono a disposizione il loro tempo per cercare di trasmettere un po’ di conoscenza e dare almeno una infarinatura ai ragazzi sulle problematiche più frequenti che i mezzi che andranno ad usare possono avere.
La foratura di una ruota è la prima causa di guasto meccanico e quindi si tratta di insegnare a smontare gli pneumatici, cercare il foro sulla camera d’aria, ripararlo, verificare che nel copertone non sia rimasto l’agente che ha provocato la foratura, spino o vetro in genere, e rimontare il tutto.
La regolazione dei freni è un altro argomento che abbiamo sviluppato perché è il primario elemento di sicurezza della bicicletta, occorre una giusta posizione dei pattini in relazione alla ruota e una corretta corsa della leva del freno. Altri argomenti trattati sono stati la regolazione dei cambi e la centratura delle ruote.
Dopo una breve introduzione sulle finalità e sulle attività di FIAB chiedevamo ai ragazzi quanti di loro usavano la bici per andare a scuola e per le altre attività. Purtroppo la risposta è sempre stata che uno o due al massimo venivano a scuola e pochi altri per gli spostamenti a breve raggio. A parte quelli che abitando in provincia sono “scusati”, i “cittadini” motivavano il loro non uso a causa della scarsa rete ciclabile, la paura del traffico ed anche il sostanziale divieto dei genitori, motivato anch’esso dalla paura del traffico.
Ma torniamo all’officina. Le ragazze ed i ragazzi coinvolti nell’iniziativa in parte erano volontari, in parte bisognosi di crediti. Alcune scuole hanno quindi formato gruppi eterogenei di classi, dalla terza alla quinta con gruppi da 8 a 15 studenti, mentre per Ferraris e Marconi erano coinvolte classi intere e il tempo era considerato lezione con richiesta di relazione finale per ogni studente.
Ovviamente è stato più semplice gestire i piccoli gruppi che classi di 30 studenti ma in genere quasi tutti si sono dimostrati interessati. Di queste scuole, tre sono ad indirizzo tecnico (Ferraris, Giorgi e Marconi) mentre gli altri (Agli Angeli, Maffei, Messedaglia e Mondin) sono ad indirizzo umanistico, ma non per questo abbiamo notato particolari differenze in merito alla manualità degli studenti e infatti è stata proprio la manualità la molla che ha fatto decollare l’interesse. Al primo step fornivamo gli elementi teorici per procedere ed ovviamente operavamo Claudio ed io, poi invitavamo dei volontari a replicare la lezione. Questi, un po’ a “forza”, un po’ già con “le mani in pasta” (in genere quei pochi che usano abitualmente la bici), si facevano avanti e coinvolgevano altri compagni. Con le classi più numerose abbiamo diviso l’attività in due o più gruppi e qualche volta è anche scattata una sorta di competizione a chi finiva prima di riparare e rimontare la ruota.
Che dire, nel vuoto quasi assoluto di promozione dell’uso della bici, queste iniziative sono lodevoli ed è proprio la scuola che forse dovrebbe contenere all’interno dei propri compiti e programmi, uno spazio specifico per quelli che già sono utenti della strada a vario titolo e che domani possono cambiare le abitudini di spostamento quotidiano proprio a favore della bici.
(da Ruotalibera 178 – aprile-giugno 2023)