Racconti di viaggio

Vacanze in Salento

Quando ci siamo ritrovati al parcheggio dell’aeroporto di Villafranca per prendere l’aereo che ci avrebbe portato a Bari c’era nel gruppo l’eccitazione… dell’ultimo giorno di scuola (anche se per molti di noi la scuola era un ricordo sbiadito di 40/50 anni fa).

Finalmente il periodo di clausura dovuto al Covid era alle spalle, ci si poteva muovere anche lontano da casa, tornare a prendere un volo… Senza bagagli – partiti il giorno prima con le biciclette su un pullmino guidato da due nostri amici di avventura – ci sentivamo veramente liberi. Rapida uscita dall’aeroporto e treno veloce per Lecce dove abbiamo ricostituito il gruppo bici e valigie comprese.

Pronti ad iniziare il bellissimo percorso ciclistico ideato e logisticamente organizzato da Claudio Ferrari e Cristina Gianello per quattordici irriducibili della FIAB di Isola della Scala.


Lecce. Percorrerla di notte, scoprire le porte monumentali illuminate, indovinare, tra le luci e le ombre, i complessi movimenti che quel tipo particolare di architettura barocca sa dare a ogni strada, affacciarsi sulle rovine dell’anfiteatro romano dove i chiaroscuri portano a rivivere le scene di duemila anni fa, ti fa tornare in albergo con un senso di gioia e di appagamento. Senso di gioia che ti colpisce direi quasi violentemente la mattina successiva, quando, dopo un po’ di chilometri sulla strada per Gallipoli, ti trovi davanti la lunga striscia blu del mare che all’orizzonte sfuma nell’azzurro intenso di un cielo terso, pulito.

Gallipoli, un’isola diventata penisola che mostra la sua origine con a est il forte per difendersi dagli attacchi da terra e a ovest con i resti delle mura per scoraggiare gli assalitori dal mare. Dopo lo spettacolo del tramonto, per assaporare l’atmosfera della cittadina, ci perdiamo nel dedalo del centro storico: non una strada dritta, se non la principale, vicoli e vicoletti che si intersecano e non sai dove finiscono. Un escamotage – ci dicono – per disorientare qualunque nemico fosse riuscito a superare le difese esterne.

Da Gallipoli a Santa Maria di Leuca: cielo e mare a dividersi equamente l’azzurro, goduti da una tortuosa pista ciclabile spostata sulla costa che ti fa scoprire angoli e calette che dalla strada non avresti mai potuto vedere. La punta estrema del tacco d’Italia ti dà l’emozione di indovinare, dalla terrazza del santuario di S.Maria de finibus terrae, l’incontro tra il mare Adriatico e lo Ionio, dove l’acqua più chiara che scende dal nord si mescola al blu intenso che l’aspetta.

Per la strada verso Otranto dovresti fermarti ogni chilometro. E’ un susseguirsi di piccole insenature con un mare trasparente che ti invita ad accogliere il suo abbraccio che, per la verità, data la stagione è ancora un po’ freddo. Meglio fare sosta presso una specie di piccola osteria che al limite di una caletta ti offre la frittura di paranza. Ebbene, servita su quella carta gialla che da noi ormai non si vede più, è stato il miglior pesce che abbiamo gustato in tutto il viaggio. Un altro stop è d’obbligo prima di puntare verso Otranto: la grotta della Zinzulusa. Tra stalattiti e stalagmiti ti sembra di sentire il respiro profondo della terra o forse è solo la voce delle onde che ti accompagnano sino all’ingresso.

Otranto. La città ti affascina con le sue case bianche, le calette, l’enorme pavimento musivo della cattedrale. Ma la sosta di un giorno ci ha permesso di conoscere appieno un’altra realtà. Il disastro originato dalla xylella, il batterio che ha colpito gli olivi. Qui l’emozione diventa tristezza. Scheletri di alberi centenari a destra e sinistra dei tanti viottoli che attraversano la campagna. Un debole sorriso te lo strappano i cordoni di fiorellini gialli, arancioni, azzurri, rossi che bordano le stradette e lo sforzo dell’uomo che ha cominciato a ripiantare gli alberi. Una piacevole realtà sono invece i tanti agriturismi che popolano la zona dove è facile trovare a pranzo delle orecchiette con le cime di rapa a km 0 fatte a mano dalle donne di casa, orecchiette che – accompagnate da un vino bianco di tutto rispetto – nulla hanno da invidiare a quelle proposte dagli chef più rinomati.

Ritorno a Lecce, percorrendo ancora uno splendido tratto di costa tra centri balneari non ancora aperti (da noi sono in attività da settimane)! e una sorpresa: il sito archeologico di Roca con le grotte della Poesia, un complesso carsico abitato sin dai tempi più antichi, come testimoniano le iscrizioni messapiche trovate sulle pareti. La volta delle grotte è crollata per l’innalzamento e l’impetuosità del mare crando una piscina naturale, considerata una delle più belle del mondo. Ecco, siamo tornati a Lecce, chiudendo, perla dopo perla, una collana di immagini ed emozioni che sarà difficile dimenticare.

Ma il viaggio ha ancora qualcosa di speciale da offrire. A piedi, perché le bici sono già stipate nel pullmino talmente carico che sarebbe difficile farci entrare un pacchetto di fazzolettini. È la città vecchia di Bari: tra bianche chiese, il lungomare Augusto e le donne del posto che nei vicoli all’ombra fanno abilissime le orecchiette. Il pendente ideale per completare la collana.

di Adalberto Minazzi

DIARIO E NOTE TECNICHE

di Gianello Cristina

Il giorno di partenza, cioè il 18 maggio, è servito per arrivare a Lecce in serata. Abbiamo viaggiato in aereo da Villafranca a Bari. Poi in treno fino a Lecce, in comodità. Il pulmino carico con le nostre bici e valigie era ad attenderci davanti al B&B ADA SUITES, palazzo storico ristrutturato, a due passi dal centro storico di Lecce. Dopo aver scaricato bici e bagagli, abbiamo preso possesso delle camere e, cercando un ristorante per la cena, abbiamo avuto un primo assaggio di questa suggestiva città.

Il 19 maggio abbiamo affrontato il tragitto che ci ha portato a Gallipoli. Abbiamo attraversato Copertino con il suo castello angioino ed il centro storico ben conservato. Giunti a Nardò ci siamo fermati per una sosta pranzo nella sua bella Piazza Salandra. Giunti a Gallipoli abbiamo alloggiato presso l’hotel Flay. Il tramonto ci ha regalato un bellissimo ricordo con sullo sfondo i fuochi d’artificio.

Il 20 maggio abbiamo raggiunto Santa Maria di Leuca. Il percorso lungo la costa ci ha incantato per il colore del mare, del cielo e dei fiori. Per un tratto abbiamo percorso una stradina in terra battuta vicinissima al mare molto panoramica. Inoltre vista la bassa stagione il traffico era molto limitato e nei paesini incontrati molti negozi stavano ancora organizzando la riapertura. A Leuca abbiamo alloggiato presso il Messapia Hotel, in pratica un mega villaggio turistico, che funziona anche come albergo, in posizione panoramica molto bello.

Il 21 maggio abbiamo percorso il tratto di costa che ci ha portati ad Otranto. In questo tratto abbiamo incontrato saliscendi e scogliere, il fiordo del Ciolo, dove i ragazzi si tuffano nelle acque trasparenti e di un colore incredibile. Ci siamo fermati a Tricase Porto per una pausa caffè ed a Castro per la pausa pranzo, nella piazzetta affacciata sull’insenatura. Abbiamo visitato anche la Grotta Zinzulusa. Nel tardo pomeriggio siamo arrivati ad Otranto dove abbiamo alloggiato presso l’Hotel Vittoria, con piscina. Cena in uno dei tanti ristoranti sul lungomare al fresco.

Il 22 maggio l’abbiamo dedicato ad un giro nell’entroterra di Otranto fino a Maglie. Abbiamo attraversato il comune di Giurdignano dove abbiamo incontrato, casualmente, il sindaco, una bella e simpatica signora che, felice di vedere un gruppo di ciclisti giungere nel suo piccolo paese, ci ha fatto i complimenti e ci ha indirizzati a percorrere la Via dei Megaliti ed il frantoio ipogeo realizzato nel XVI secolo d.C. Proseguendo lungo stradine di campagna asfaltate e praticamente senza auto, abbiamo attraversato tristi uliveti attaccati dalla xylella. Dopo Muro Leccese, con la sua bella piazza ed i suoi abitanti accoglienti, abbiamo raggiunto Maglie dove, dopo una breve visita al paese ed alla casa natale di Aldo Moro, abbiamo sostato per uno spuntino.

Il 23 maggio siamo tornati a Lecce. Abbiamo percorso strade litoranee fin dove è stato possibile fiancheggiando i Laghi Alimini, nel tratto iniziale. Giunti a Torre dell’Orso ci siamo fermati per una pausa caffè con bella vista sul golfo. Dopo pochissimo la visita al sito archeologico Roca Vecchia con la sua bellissima Grotta della Poesia ci ha incantati con i suoi colori. A San Foca ci siamo fermati per uno spuntino e proseguendo abbiamo raggiunto il Parco Naturale “Le Cesine”. Da questo punto abbiamo salutato il mare e, su una stradina che attraversa le Cesine, segnalata da Google Map ci siamo inoltrati nell’interno. A questo punto il caldo si è fatto sentire, lontani dalla brezza marina! Ad Acaya, cittadina fortificata, ci siamo fermati per fare rifornimento d’acqua nella piazza assolata e deserta del primo pomeriggio. Proseguendo, con le indicazioni di Google (una nota: impostando l’opzione “bici” Google Maps indirizza su percorsi ciclabili e stradine di campagna non trafficate), su una stradina senza traffico, siamo arrivati a Lecce. Dopo aver caricato le nostre bici sul furgone, abbiamo preso possesso delle stanze nella stessa struttura del nostro arrivo.

Il 24 maggio Claudio e Carlo, con il pulmino carico di bici e valigie, hanno raggiunto Bari. Il resto della comitiva ha viaggiato in treno. Dopo aver raggiunto il nostro alloggio presso il Residence Moderno, una vecchia fabbrica di ferro appena ristrutturata, abbiamo avuto tutto il tempo per visitare Bari vecchia.

Il 25 maggio Claudio e Carlo in pulmino sono partiti alla volta di Isola della Scala, mentre il resto della comitiva a malincuore ha raggiunto la stazione e con il treno l’aeroporto. Importante scegliere il periodo per evitare strade affollate e caldo eccessivo.

Buonissimi e da provare: il Caffè leccese – il latte di mandorla (fresco e dissetante) – il pasticciotto – fave e cicoria – le orecchiette con le cime di rapa – le mandorle tostate – il pesce – le mozzarelle e le burratine – le polpettine e tanti altri piatti che non ho assaggiato per mancanza del tempo necessario

(da Ruotalibera 176 – ottobre-dicembre 2022)

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Redazione Ruotalibera

La nostra pubblicazione principale è il quadrimestrale Ruotalibera, che da sempre arriva regolarmente nelle case di tutti i soci, e che illustra la vita e le proposte dell’associazione. Dal 2019 tutti gli articoli della rivista cartacea sono riportati anche online sul sito web, per consentire una miglior indicizzazione e diffusione dei contenuti. Buona lettura!
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