Storie di Ciclisti

Aquiletta Bianchi: la mia bici!

Me l’ha regalata mia madre cinquantacinque anni fa!

Abitavamo allora a Mogliano Veneto ed andai con Alberto, mio marito, a Treviso dal “biciclettaio” per sceglierla. Allora il mercato era invaso dalla “Graziella”, ottima per brevi percorsi e facile da trasportare essendo pieghevole… ma quelle ruote, di dimensioni così ridotte, mi lasciavano perplessa. Era difficile scegliere in quella marea di biciclette: “Ritornerò, ci penserò ancora un po’, oggi forse non è giorno”… dissi al commesso premuroso e paziente che ormai pareva aver esaurito ogni sua proposta.

Mentre stavamo per uscire dal negozio, i miei occhi si posarono su una bicicletta di medie dimensioni e… fu amore a prima vista con l’Aquiletta Bianchi. Aveva le ruote che mi avrebbero consentito una giusta pedalata. Salii subito in sella: era proprio adatta alla mia statura, robusta, emanava sicurezza, non ebbi più dubbi! Ritornammo a casa percorrendo il Terraglio, quella bellissima strada fiancheggiata dalle ville venete, Alberto in sella alla sua “Stella Veneta” ed io sull’Aquiletta che sentii subito “mia”!

Da quel giorno non ci siamo più separate, io e lei. Ora è vecchia, mostra il logorio del tempo e dell’uso, ma non ha richiesto alcuna cura, alcuna manutenzione, nessuna sostituzione! Alberto mi ha proposto più volte di sostituirla, ma come potrei? Mi ha permesso, e continua a farlo, di disegnare tutti i percorsi e raggiungere tutte le mete che desidero, ha sfrecciato con me nei giorni inondati di sole e nei giorni grigi sotto la pioggia, conducendomi a scuola quando insegnavo, al supermercato facendosi carico di tutti i miei pacchi, nelle stradine di campagna facendomi respirare l’odore dell’erba, il profumo dei fiori, la carezza dell’aria sul viso, fra i capelli, soprattutto facendomi respirare quel senso impagabile di libertà!

Ora che mi sono trasferita a Piovene Rocchette, corre veloce da più di trent’anni in questo mio paese abbracciato fra i monti, si cimenta in faticose salite e mi fa provare l’ebbrezza di discese talvolta spericolate… le mie gambe, messe continuamente alla prova, sono il suo motore. Incredibile il piacere di gridare al volo i saluti alle persone che si incontrano, in tutto l’organismo si sprigionano energia, benessere, buonumore, in quei momenti sembra ritornare il vigore della giovinezza! È diventata un mito la mia vecchia bicicletta, parcheggiata fuori dai negozi evoca la mia presenza e sono in molti a riconoscerla. D’inverno vivo a Verona, ma in primavera, al mio ritorno, la ritrovo in garage ed è la prima a darmi il “bentornata” e a chiedermi, a ottantacinque anni, un’ulteriore sfida!

di Mariolina Giavoni

(da Ruotalibera 175 – luglio-settembre 2022)

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Redazione Ruotalibera

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