Leonardo Tonoli, nato con la bici
La sua passione per la bici nasce da lontano, fin dai primissimi anni dell’infanzia sulle strade bianche del lago di Garda, sponda bresciana, luoghi che sono rimasti nel cuore. Come spesso accade, però, la possibilità di coltivare la propria passione si scontra con le prove che la vita ci mette davanti, che richiamano ad altre priorità. E proprio tali circostanze “avverse” hanno favorito l’incontro con FIAB, che con i suoi bei cicloviaggi e le cicloescursioni già pronte ed organizzate “non lasciava altro da fare che iscriversi, montare in sella e pedalare”. Ma Leonardo Tonoli ha fatto anche un passo in più, diventando socio attivo nel gruppo della marchiatura delle biciclette.
– Lo ritieni un rimedio efficace contro i furti?
Se vengono ritrovate, la marchiatura ti dà certamente la possibilità di rientrarne in possesso, ma se spariscono, come purtroppo è accaduto a me, temo non ci sia nulla da fare. Seimila euro di bici, marchiate e riposte in garage, tutte legate assieme. È stato il “regalo” di Natale di qualche anno fa, al mio ritorno in Germania. Evidentemente sapevano benissimo cosa cercare e temo siano sparite dalla circolazione in men che non si dica.
– In Germania a fare cosa?
A trovare uno dei miei due figli, la cui nuora è attivista di una associazione cicloambientalista a Ravensburg, la città dove si producono i celebri puzzle. Pensa che acquistano delle bici cargo, elettriche, a pedalata assistita, per poi metterle gratuitamente a disposizione dei cittadini, cosa che da noi in Italia non potremmo fare perché sparirebbero (ride). Un altro mondo.
– Come è nata la tua passione per bici?
Esiste da sempre, ho imparato ad andare in bici a 5 anni sulle strade bianche del Lago di Garda (abitavo sulla sponda bresciana). Poi ho ricevuto una bici a 10 anni per Santa Lucia, ma la prima vera bicicletta mi è stata regalata in prima media. Caspita, quanto ci ho girato! Dai 12 ai 14 anni sono stato dappertutto, da Ponte di Veja al Lago, ovunque. Poi con l’età del motorino l’interesse è un poco scemato per riaccendersi qualche anno dopo. Pensavo sempre a quelle belle strade imbiancate del Lago. E visto che era il periodo del boom delle mountain bike, ne ho presa una per mia moglie, ma in realtà l’ho usata quasi sempre io.
– E come ti sei avvicinato all’associazione?
Una collega (lavoravo in ospedale) era iscritta alla FIAB, così 7-8 anni fa mi sono avvicinato anch’io. Non avevo tempo di mettermi a cercare o studiare percorsi e lì trovavo tutto già pronto. Ricevevo il calendario con un sacco di belle iniziative alle quali, però, spesso non riuscivo a partecipare perché al sabato ero spesso di turno mentre alla domenica non voglio fare uscite.
– Ti sei rifatto con l’arrivo della pensione?
Non proprio, perché poi sono subentrati altri impegni, tra cui i genitori anziani da accudire. Allora quando non riusciamo a partecipare tutti e due, io e mia moglie, ci diamo il cambio. Nel frattempo, comunque, sono riuscito a fare due cicloturistiche, Jesolo e Pedemontana: mi sono divertito un sacco. Bene organizzate, erano esattamente quello che cercavo. Inoltre, partecipo alle Ciclociacolando. Roberto Ferrari e Marilena, sua moglie, ci portano a vedere sempre bei posti nel breve raggio. Tanto che mi è venuta voglia di organizzare anch’io una escursione sulle strade bianche della mia infanzia. Dovrei però studiare bene l’organizzazione, è passato del tempo… In generale, mi piacerebbe fare qualcosa in più ma le mie giornate portano sempre una novità e il tempo è quello che è.
– Quanto tempo dedichi all’associazione?
Il gruppo marchiatura è molto nutrito e bene organizzato. Talvolta basta un turno ogni mese o due. Assieme alle cicloescursioni anche questa è una bella occasione per entrare in relazione con le persone.
(da Ruotalibera 176 – ottobre-dicembre 2022)