Mobilità Urbana

Rastrelliere come se piovesse

Anche per la sosta delle biciclette è necessaria un’attenta pianificazione. Vediamo come fare.

Recentemente abbiamo raccolto diverse lamentele da parte dei cittadini veronesi nei confronti delle politiche di diffusione dei cicloparcheggi, a seguito di due episodi significativi: la rimozione di alcune rastrelliere sul piazzale della Stazione da un lato e dall’altro l’intervento della Polizia Municipale nel quartiere Catena, per rimuovere alcune biciclette mal posizionate, in una zona completamente priva di alternative. Non entriamo qui nel merito dei due singoli interventi, ma ci chiediamo, in generale, se per i ciclisti la possibilità di parcheggiare il loro mezzo di trasporto sia o meno un diritto, perlomeno così come lo intendono gli automobilisti. Ci domandiamo inoltre se l’amministrazione abbia o meno il compito di provvedere a questa necessità (se non proprio un diritto, riconosciamolo come un bisogno), se valga la pena impegnarsi su questo fronte, e come si dovrebbe fare per essere efficaci.

I cicloparcheggi sono il primo servizio da offrire a coloro che si muovono in bicicletta

Il sito FIAB, nell’introduzione alla sezione “Cicloparcheggi” recita testualmente: «I cicloparcheggi sono il primo servizio da offrire a coloro che si muovono in bicicletta. Le funzioni del ciclo parcheggio sono di dare ordine alle biciclette […]. Una soluzione di qualità (le nostre rastrelliere “modello Verona”, va detto, ne sono un esempio) deve avere la possibilità di legare con facilità il telaio della bici alla struttura, per evitare che la bicicletta possa essere facilmente asportata. Le rastrelliere che non presentano questa caratteristica spesso sono boicottate dagli utilizzatori che preferiscono, per sicurezza, agganciare le proprie bici ad altri elementi fissi presenti in zona».

In questa breve definizione tecnica, sta il nocciolo della questione, che tocca tutti gli aspetti del problema: cicloparcheggi di qualità per aumentare la sicurezza contro i furti, per migliorare il livello di ordine e pulizia delle strade, e non ultimo per dare ai ciclisti la percezione di essere considerati dall’amministrazione quali preziosi collaboratori nella lotta all’inquinamento e alla congestione del traffico. Non è poca cosa, anzi, è parte integrante di quel percorso virtuoso (oggi come non mai promesso da tutti i candidati sindaco) volto ad aumentare l’offerta di ciclabilità per incentivarne la domanda. Certamente quindi ne vale la pena, anzi è importante e fondamentale cominciare al più presto. Da dove partire? Saremo banali, ma ribadiamo l’importanza della pianificazione. Ogni intervento, di qualsivoglia natura, non può prescindere da un’attenta analisi della situazione attuale e dei bisogni (espressi e latenti), anche in considerazione delle prospettive di sviluppo (urbanistico e commerciale) di ciascuna zona considerata. Spulciando la vasta documentazione presente in rete, suggeriamo la lettura dell’agile ma completa scheda tecnica edita dalla Commissione Europea, che in poche pagine riesce a trattare tutti gli aspetti del “problema” analizzandone luci ed ombre. Nel riquadro ne riportiamo alcune pillole.

Se le soluzioni offerte non soddisfano le esigenze dei ciclisti, non saranno utilizzate

Se è vero, come crediamo, che parcheggi e depositi per biciclette progettati accuratamente: 1) attirano più ciclisti e valorizzano l’intera rete ciclabile, 2) migliorano la qualità dello spazio pubblico e 3) aumentano la forza di attrazione esercitata dal centro cittadino, è fuori dubbio che un’attenta progettazione e realizzazione del piano di sosta ciclistica (peraltro includibile nel PUMS), sia un altro importante tassello da richiedere a gran voce ai prossimi amministratori.

Suggerimenti per un buon piano dei cicloparcheggi

  • Tutti i centri cittadini hanno bisogno di infrastrutture per i parcheggi delle biciclette. Questo è uno dei tre componenti indispensabili della catena di spostamenti: spazio per il mezzo a casa, presenza di una rete ciclabile e disponibilità di parcheggi vicino alle destinazioni.
  • Furti e atti vandalici sono problemi seri. Il loro timore è un forte disincentivo.
  • Considerare i parcheggi per biciclette come un’opportunità per i centri cittadini.
  • I parcheggi per biciclette dovrebbero essere inseriti in ogni nuovo progetto edilizio.
  • Non esistono soluzioni veloci di aggiustamento, semplici e standardizzate.
  • I cicloparcheggi devono essere accuratamente personalizzati per adeguarsi alle esigenze dei ciclisti locali. Se le soluzioni offerte non soddisfano tali esigenze, non saranno utilizzate, causando uno spreco di risorse. Parcheggi non sufficienti, posizionati in luoghi poco adatti oppure di tipo non adeguato, saranno inutili.
  • Ogni centro ha caratteristiche uniche. Serve un’ampia e assortita varietà di soluzioni.
  • Predisporre un’accurata programmazione che interessi tutta l’area richiede:
    – un’attenta analisi delle necessità locali;
    – un’efficace progettazione di posizione, quantità e qualità dei parcheggi;
    monitoraggio a intervalli regolari per adeguarsi all’evolversi delle esigenze.
  • Una combinazione valida di soluzioni diverse fa aumentare la domanda di ciclabilità.
  • I depositi custoditi costituiscono il livello di servizio più elevato e possono influire positivamente sulla mobilità ciclistica; tuttavia occorre ricorrervi con una certa prudenza. Il grado di accettazione da parte dei ciclisti non è sempre semplice da prevedere (si veda il caso del parcheggio custodito presso la Stazione di Verona).
  • Considerare l’utilizzo di un deposito custodito gratuito come polo di attrazione.
  • Regolamentare con norme il parcheggio libero delle biciclette è l’ultima spiaggia.
  • La progettazione dei parcheggi lungo le strade deve combinare efficienza e design.
  • I parcheggi vanno collocati lungo i percorsi di accesso naturali utilizzati dai ciclisti.
  • Definire la distanza dalla destinazione in base alla funzione, alla durata delle soste e ai livelli del servizio. Più lunga è la sosta, più il ciclista sarà disposto a camminare.
    A tale proposito si veda il grafico qui sotto:
  • Tipologie di parcheggio in base alla distanza dall’attrattore e alla durata della sosta

    Prendere in considerazione la possibilità di fornire servizi e infrastrutture aggiuntive.

  • Trasformare alcuni parcheggi per le auto lungo le strade in parcheggi per biciclette.
  • Nelle strade a traffico moderato, utilizzare i marciapiedi allargati per il parcheggio delle bici.

Bibliografia web

(da Ruotalibera 153 – maggio-luglio 2017)

Nella galleria fotografica: vari esempi di rastrelliere e situazioni (e abusi) di parcheggi bici a Verona

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Luciano Lorini

Veronese, classe 1967. Informatico di professione, coltiva mille passioni con cui impiega il sempre troppo poco tempo libero: musica, lettura, cinema e teatro, oltre a computer e bicicletta. Cittadino attento e sensibile, si interessa alla vita sociale e politica e pedala per la città perché crede nella bici come viatico per un maggior benessere, individuale e collettivo.
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