In Italia ci sono troppi segnali stradali inutili. Lo so, è un’affermazione molto forte e contraddittoria se fatta da uno che insegna ai ragazzi il rispetto dei segnali stradali.
Il 90% dei genitori che accompagnano i figli a scuola, li scaricano a venti passi dall’entrata e poi imboccano tranquillamente la strada proibita, spesso facendo zig-zag tra i ragazzini.
Ma non è un’osservazione fuori luogo. Ci sono segnali, ad esempio, sovrabbondanti, spesso affastellati in qualche modo, che creano solo confusione. E che dire delle distanze segnate sui cartelli di direzione, spesso messi a casaccio? A tutti noi sarà capitato, ad esempio, di leggere “Vattelapesca 10” e, percorsi alcuni chilometri, “Vattelapesca 11”. Ci sono strade che sembrano state tabellate da una squadra di posatori all’opera dopo una nottata di bagordi. Ci sono, poi, segnali incomprensibili. Quelli che bisogna decifrare a fatica leggendo le istruzioni scritte in una tabella, piena di parole e di simboli. Esiste una vasta letteratura in materia: “Divieto di accesso tranne…” oppure “Divieto di transito dal… al…, dalle ore… alle ore…, nei giorni festivi e prefestivi, eccetto frontisti e autorizzati”. E via discorrendo.
Ma ci sono segnali di divieto perfettamente comprensibili e giustificati, come quelli installati nelle strade dove ci sono scuole primarie. Davanti alle scuole medie frequentate dai miei nipoti, ad esempio, esiste un divieto di transito nei venti minuti a cavallo degli orari di entrata ed uscita degli alunni.
Il 90% dei genitori che accompagnano i figli a scuola, li scaricano a venti passi dall’entrata e poi imboccano tranquillamente (ma non nel senso della velocità) la strada proibita, spesso facendo zig zag tra i ragazzini. Mettono, così, in pericolo la vita dei bambini che dicono di voler proteggere e, soprattutto, con la loro squallida azione, annullano tutti gli insegnamenti che la scuola si sforza di trasmettere ai ragazzi, che ad essa vengono affidati per essere educati.
Val più la pratica della grammatica.
(da Ruotalibera 158 – giugno/agosto 2018)