Mobilità Urbana

Finalmente la rotaia è stata colmata!

La surreale vicenda della rotaia-trappola sulla pista dell’ex ferrovia a Santa Lucia

Realizzata nei primi anni del 2000 dal Comune di Verona su un sedime ferroviario dismesso tra lo Scalo Merci di Porta Nuova e la ZAI, sul quale RFI (Rete Ferroviaria Italiana) ha concesso l’autorizzazione all’uso ciclabile-pedonale pur mantenendo a sé la proprietà del terreno e in particolare dei binari ancora presenti, la pista è diventata fin da subito uno spazio sociale amatissimo dai residenti e non, luogo ideale per una passeggiata col cane o gli amici o una pedalata per raggiungere i quartieri Golosine e Santa Lucia in serenità e sicurezza.

Ma la pedalata era “in sicurezza” proprio dappertutto? Purtroppo solo “quasi”.
Accade infatti che in un tratto di 50 metri dall’incrocio con via Ghetto le rotaie si trovino dentro la zona destinata ai pedoni ma corrano parallelamente appena a fianco della pista ciclabile destinata alle biciclette. Pertanto, finché le rotaie erano allo scoperto, al ciclista bastava un piccolo scarto laterale – magari causato da qualche pedone con o senza cane che invadeva la pista ciclabile – per ritrovarsi con la ruota anteriore in movimento improvvisamente penetrata dentro la fessura della rotaia stessa, una vera trappola il cui esito era inevitabilmente una caduta spesso rovinosa.

Prima

In questo modo negli anni un numero considerevole di ciclisti si è fatto male con conseguenze talvolta serie. Tuttavia, quando chiamati in causa di fronte all’evidenza del problema, sia RFI che il Comune declinavano ogni responsabilità in merito, attribuendo alla controparte l’eventuale dovere di agire.

Dopo

Questa situazione kafkiana si è trascinata fino allo scorso luglio, quando la vicenda ha iniziato ad avviarsi tanto rapidamente quanto insperabilmente a una rapida soluzione grazie a tre attori: una delle vittime che non si è limitata a occuparsi delle gravi conseguenze della sua caduta (lesioni permanenti alla funzionalità di un arto) ma si è data da fare per creare visibilità alla vicenda contattandoci; la nostra azione associativa di mediazione e aiuto mettendo la persona in contatto diretto con l’amministrazione e appoggiandola nella richiesta col nostro peso; e infine, ultimo ma non ultimo, il nuovo assessore a Strade e Giardini Federico Benini, cui va il nostro plauso per aver mostrato attenzione alla questione e volontà di trovare una via d’uscita motivando gli uffici tecnici in modo efficace finché non si è arrivati alla giusta azione amministrativa che ha risolto l’impasse tra il Comune e RFI.

Così, all’inizio di novembre, con un intervento stradale il Comune ha provveduto a riempire di materiale inerte la fessura della rotaia-trappola, togliendo finalmente quell’incombente quanto assurda minaccia per i ciclisti e approfittandone anche per migliorare la visibilità nell’incrocio di via Ghetto. Insomma, un “lieto fine” che ci auguriamo resti definitivo e, chissà, un utile insegnamento per tutti gli attori in gioco da usare in altre eventuali future occasioni di problemi di questo tipo.

(da Ruotalibera 177 – gennaio-marzo 2023)

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