CiclofficinaVita associativa

Ruote e Libertà

L’esperienza della ciclofficina Kamara d’Aria continua

ALLE 8.30 C’È GIÀ LA FILA!

La fila di due ruote a pedali di diverso modello, colore e km percorsi (ma sicuramente non pochi per nessuna). Qualcuna ha una gomma a terra, qualcuna è senza sella, qualcuna ha freni finiti, qualcun’altra è caduta ed è rimasta con il deragliatore spezzato, qualcuna infine si è persa. E qualcuna non c’è mai stata. Si comincia a vedere cosa si può fare, cosa si deve smontare, cosa serve sostituire ma soprattutto, dove trovare i ricambi? Sarebbe bello avere un magazzino fornito, ordinato e vario, dal quale attingere pezzi lucenti, nuovi, mai montati anzi ancora incellofanati. E per alcuni consumabili la speranza si è avverata, grazie alle raccolte settimanali che la Ronda bandisce proprio per la Ciclofficina. Così camere d’aria, luci di segnalazione, pattini dei freni risultano disponibili. Ma la cosa si fa meno probabile con ricambi più complessi come pedali, pignoni, raggi e cuscinetti. E allora, per trovarne di sostitutivi si ricorre al “capannone”. Una miniera di biciclette, frutto delle diverse e continue raccolte che vengono fatte in cerca di mezzi interi e funzionanti da donare o anche a pezzi da cui ricavare preziosi ricambi.

Ecco il tesoro a disposizione delle meccaniche e dei meccanici. E così serie sterzo, guarniture, perni e coppie coniche che sembrava avessero smesso per sempre di marciare trovano nuova vita su mezzi a pedali che ne sono rimasti sprovvisti per fortuiti eventi durante il tragitto tra il luogo di riposo e il luogo di fatica.

Chilometri che fatti pedalando richiedono un terzo del tempo che a piedi. Che può voler dire un’ora di riposo in più dopo una sfiancate giornata nei campi. O arrivare in tempo per un pasto caldo prima che la mensa chiuda. Insomma, una bicicletta può fare la differenza. Ecco perché vale la pena rimetterla in pista; ecco perché c’è tanta attesa in quello sguardo. Ma si trova anche il tempo per ridere e scherzare, quando la speranza di tornare in sella si intravede all’orizzonte. E comunque ridere fa sempre bene: alle gambe come al petto. E ai pensieri.

E se una bicicletta è così preziosa anche se povera, anche se è un modello passato di moda, troppo vecchio per avere un prezzo ma troppo usata per essere vintage, bisogna trattarla il più possibile con cura, con rispetto e devozione. Per quanto possibile quando si vive per strada ed è difficile trovare un riparo sicuro dalle intemperie o da più infausti eventi umani. Un lucchetto certo aiuta, e l’Officina Kamara D’Aria è pronta a fornirlo in dote quando le donazioni lo permettono.

Ma anche se c’è non sempre basta. I casi della vita (di una bicicletta) vogliono che a volte questa scompaia all’improvviso, senza lasciar detto dove andrà o dove potrà essere ritrovata. Forse lei stessa si scorda da dove era partita. Per ricordarglielo, si è deciso di scriverglielo addosso. E se una bici non sa leggere, si spera lo sapranno fare le persone che la vedono.

93092630230 è il numero che le viene tatuato sopra da abili amici incisori di FIAB Verona. Non è cabala ma un più prosaico codice fiscale numerico. Quello della Ronda della Carità, custode e protettrice di tutte queste due ruote, attraverso la Ciclofficina Kamara d’Aria.

Utile per donare il 5×1000, ma soprattutto per far ritornare all’ovile le pecorelle smarrite.

di Silvio Grando e Guerrino Zandonà

(da Ruotalibera 171 – luglio-settembre 2021)

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Redazione Ruotalibera

La nostra pubblicazione principale è il quadrimestrale Ruotalibera, che da sempre arriva regolarmente nelle case di tutti i soci, e che illustra la vita e le proposte dell’associazione. Dal 2019 tutti gli articoli della rivista cartacea sono riportati anche online sul sito web, per consentire una miglior indicizzazione e diffusione dei contenuti. Buona lettura!
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