Più di dieci anni fa, con i miei soliti amici di ciclovacanza, percorsi la ciclovia Claudia Augusta, da Donauwöhrt, in Germania, sul Danubio, fino a Verona. La via Claudia Augusta, costruita in parte ai tempi di Augusto e terminata ai tempi di Claudio, quindi a cavallo dell’anno zero, collegava la Pianura Padana con i territori germanici. Sul suo percorso che nella parte italiana si biforcava, ci sono molte supposizioni e poche certezze, soprattutto sul ramo che partiva dalla città di Altino le ipotesi si sprecano.
Meno problemi, invece, sussistono sul percorso da Ostiglia a Trento, che ovviamente passava da Verona e conoscendo le abitudini dei romani antichi (su quelli moderni non mi pronuncio), sembra logico pensare che in pianura seguissero la strada più breve e diritta.
Con questi presupposti e dovendo adattarsi alle condizioni attuali del territorio, da alcuni anni FIAB Verona sta cercando di convincere Sindaci e Regione Veneto a realizzare una ciclovia direttissima tra Verona e Ostiglia, passando da Isola della Scala, per completare almeno questo pezzo di tracciato della Via Claudia.
E parlando di Isola della Scala viene naturale, quasi obbligatorio, sentire dal nostro socio attivo isolano Guerrino Zandonà quale sia lo stato del progetto oggi. – Magari lentamente, ma va avanti. Il capofila dall’iniziativa, il sindaco di Vigasio, Eddi Tosi, ha affidato recentemente lo studio di fattibilità del progetto allo studio Minozzi di Isola della Scala. La proposta originale – continua Guerrino – prevede, tra l’altro, il recupero del sedime del tratto di ferrovia dismessa Dossobuono – Isola della Scala e tre chilometri del tratto di ferrovia dismessa Verona-Bologna presso Ostiglia, innestandosi sull’altra pista ciclabile dell’ex ferrovia Ostiglia- Treviso. Fra i due tratti la pista correrà sull’argine del fiume Tartaro.
In sostanza, questa nuova ciclovia attraverserà un territorio ricco di storia, anche se spesso misconosciuta, e di ambienti naturali di grande pregio. Ricordiamo che in località Vaccaldo, presso Vigasio, si era accampato l’imperatore Federico Barbarossa in attesa di scontrarsi con i Comuni. Isola della Scala ha una storia antica ed è al centro di un territorio che produce un riso (e un risotto) giustamente famoso. Il percorso del Tartaro ospita antichi mulini e a Pellegrina origina i laghetti, una palude protetta. A Nogara, dopo aver gustato un risotto con le “nose”, possiamo salire in treno per tornare a Verona. Gazzo Veronese, oltre alla pieve romanica di Santa Maria Maggiore, ospita la famosa palude del Busatello.
Data la cronica carenza di percorsi ciclabili, sia urbani che cicloturistici, ogni nuova realizzazione è bene accetta. La direttissima Verona-Ostiglia non ha la pretesa di essere più importante di altre, ma certamente dovrebbe godere di una certa priorità, sia perché metterebbe in collegamento il centro Europa con il centro Italia, attirando i cicloturisti tedeschi e austriaci, sia perché la sua realizzazione può già contare su tratti ciclabili o su terreni demaniali, come argini fluviali e tratti di ferrovie dismesse, facili da trasformare in percorsi ciclabili.
L’Europa Unita si fa anche favorendo il turismo dolce e alternativo, di cui il cicloturismo rappresenta senza dubbio la punta più avanzata.
(da Ruotalibera 171 – luglio-settembe 2021)