In questo inizio d’autunno in cui la pandemia sta dando confortanti segnali di regressione, osserviamo e annotiamo l’attuale complicato tentativo di ritorno a una vita normale, tra segnali di ritorno al passato e bagliori di novità in vista.
La città: passi avanti ma auto alla riscossa.
In città è evidente la ricomparsa di un traffico automobilistico ancora più pesante e nervoso di quello pre-pandemia. Non sorprende che la nostra recente rilevazione di “Conta il Ciclista” abbia registrato una tendenza negativa: dopo il boom dell’anno scorso, a Verona la mobilità ciclistica appare in regresso.
Tutta colpa del Comune? Non si può dire che non si sia fatto nulla, perché vari interventi sono già arrivati o arriveranno presto. Dopo la notevole pista Porta Palio-Castelvecchio anche la ciclopedonale del Saval è in via di completamento, e nei prossimi mesi dovrebbero partire i lavori dell’Adige-Sole tra Boscomantico e la stazione di Porta Nuova. Sono previste novità anche sulla pista di corso Porta Nuova.
Però la rete ciclabile cittadina mostra ancora carenze e problemi più volte segnalati ma lenti ad essere affrontati e risolti; si fa attendere la messa in campo delle rilevanti novità messe nel Codice per aiutare la mobilità sostenibile, come il doppio senso ciclabile; e manca soprattutto la volontà di affrontare il vero nodo che impedisce un salto di qualità, ovvero porre limite a un traffico motorizzato che continuando a penetrare indisturbato all’interno delle mura magistrali crea congestione, inquinamento e diffuso senso di insicurezza.
Aggiungiamo che le scuole non hanno saputo dare seguito concreto al positivo lavoro culturale dell’anno scorso per incentivare studenti e famiglie all’uso della bicicletta (creare bicipark protetti all’interno dei cortili degli istituti? non scherziamo, quegli spazi vanno riservati alla sosta delle auto di insegnanti e operatori!), e che le grandi aziende veronesi non mostrano ancora sensibilità al tema.
In questo clima è comprensibile che la svolta non ci sia, e che anzi si rischi di tornare indietro. L’ormai vicina tornata elettorale nel capoluogo sarà per noi l’occasione di riportare sul tavolo tutti questi temi.
La provincia: piccoli progetti crescono.
Nel frattempo il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) incalza: presto arriveranno dall’Europa tramite la Regione Veneto cospicui fondi per la transizione ecologica, e chi non si farà trovare pronto con progetti di qualità perderà un’occasione storica.
Per questo, anche approfittando delle recenti elezioni amministrative in molti comuni veronesi, abbiamo cercato di rilanciare l’attività dei partenariati per la creazione di ciclovie: pensiamo in particolare alla VeOs (Verona-Vigasio-Isola della Scala- Ostiglia), al Menago (Buttapietra-Bovolone- Cerea), alla sinistra Adige nord (Volargne- Pescantina-Verona), alla bassa val d’Illasi (Caldiero-Illasi-Tregnago).
Altre novità interessanti in provincia riguardano la prossima tabellazione del percorso Bussolengo-Lago passante a fianco del Parco Natura Viva o per Sandrà con arrivo a Pacengo, dove si innesterà nella ciclovia del Garda; e l’imminente completamento del collegamento Adige-Po tra Legnago, Torretta e Bergantino lungo il fiume Bussè.
Chiudiamo questo diario minimo con l’auspicio, per la nostra associazione e non solo, di rivedere la luce e ripartire in piena attività nel 2022 con rinnovata fiducia.
(da Ruotalibera 172 – ottobre-dicembre 2021)
Immagine in evidenza di Gerd Altmann (geralt) da pixabay