25 aprile – Una biciclettata per la libertà
Resistere-Pedalare-Resistere è una pedalata lungo i luoghi della Resistenza veronese che Fiab Verona, in collaborazione con l’Istituto Veronese per la Storia della Resistenza, organizza nel giorno della Liberazione per far conoscere e tenere viva la memoria dei fatti e dei protagonisti del tempo.
Nata più di 10 anni or sono da un’idea dell’ex presidente Fiab Verona Paolo Fabbri, la manifestazione ha da subito raccolto un buon numero di partecipanti, che con il passare degli anni sono man mano cresciuti sino a superare le 120-140 persone. Anche giovedì 25 Aprile 2019 eravamo in circa 150 partecipanti, un successo che non sarebbe possibile senza il contributo delle guide dell’Istituto Veronese per la Storia della Resistenza, agli inizi con Maurizio Zangherini e oggi con Roberto Bonente, che con totale disponibilità e competenza storica ci coinvolgono e ci fanno appassionare agli avvenimenti.
Rinnovare la conoscenza storica attraverso l’uso della bicicletta, simbolo di libertà, trovo che sia il modo migliore per un’esperienza completa e appagante.
Quest’anno Roberto, per rinnovarsi, ha pensato di tematizzare l’itinerario sulla liberazione e la fuga di Giovanni Roveda dal carcere degli Scalzi. Perciò il gruppo di Resistere è stato invitato a immedesimarsi in questa liberazione e fuga avventurosa.
Dopo il raduno in piazza Bra, presso il monumento al Partigiano, ci siamo diretti agli Scalzi, dove Roberto ha raccontato con dovizia di particolari l’assalto alla prigione di Stato dell’allora R.S.I., fatto in macchina dai 6 componenti del G.A.P. Veronese, che con un’ardita azione, ha liberato il sindacalista comunista Giovanni Roveda. I sei del G.A.P. erano: Lorenzo Fava, Emilio Moretto, Aldo Petacchi, Danilo Preto, Vittorio Ugolini e Berto Zampieri.
Dagli Scalzi il gruppo di Resistere ha poi seguito l’itinerario fatto in macchina dai 6 del G.A.P. più Roveda: Stradone Porta Palio, Castelvecchio, Corso Cavour, Ponte della Vittoria, i lungadigi Matteotti e San Giorgio. In Rigaste Redentore Roberto ha spiegato che dalla macchina scesero Petacchi, Ugolini e Zampieri, per aiutare Roveda a raggiungere la casa di un amico in via Santa Maria Rocca Maggiore.
Nella vettura guidata da Emilio Moretto, ferito gravemente ma determinato a portare a termine il suo compito, restarono Fava e Preto, quasi moribondi. Moretto portò i compagni fino a Porto San Pancrazio, perciò noi abbiamo seguito il suo tragitto passando dall’Università e dal viale dei Partigiani e abbiamo fatto sosta davanti alla Scuola Media intitolata appunto alle medaglie d’oro Lorenzo Fava e Danilo Preto (che abitava proprio nel quartiere).
Al Porto Moretto abbandonò l’auto coi due compagni feriti gravi e raggiunse il centro in bicicletta nonostante fosse gravemente ferito. I fascisti poi catturarono Preto, che morì poco dopo, e Fava, che fu portato alle Casermette di Montorio, dove fu sottoposto a feroci torture; fu fucilato dai tedeschi al poligono di Forte Procolo il 23 agosto 1944. Ecco perché da Porto San Pancrazio il gruppo di Resistere ha raggiunto viale Venezia, Porta Vescovo, San Giorgio, Ponte Catena, il Poligono di tiro di Forte Procolo (sosta e commento). Rientro da Castelvecchio e via Roma, per terminare la manifestazione alle 12.30 in Piazza Bra, davanti al monumento al Partigiano, intonando l’immancabile “Bella Ciao”.
(da Ruotalibera 163 – luglio-settembre 2019)