Articolo su L’Arena del 26/08/2009
«Provvedimento incostituzionale»

mercoledì 26 agosto 2009, di Alberto

Leggi il nostro comunicato stampa al riguardo

Articolo su Corriere di Verona del 26/08/2009

Centocinquan­ta euro di multa. Se la «puni­zione » dei vigili si fosse «limi­tata» a questo, le sarebbe ba­stato smaltire l’inevitabile ar­rabbiatura, oltre che aprire il portafoglio. Essere stata bec­cata dalla polizia municipale mentre percorreva controma­no in bici via Cesiolo, a Vero­na, è però costato a una cicli­sta soprattutto un taglio di 4 punti dalla patente. I vigili hanno applicato alla lettera le norme entrate in vigore lo scorso 8 agosto per effetto del pacchetto sicurezza: in caso di infrazioni del codice della strada sulle due ruote, in ag­giunta alla sanzione pecunia­ria ne deriva pure la possibili­tà di perdere punti della pa­tente. Ma se uno la licenza di guida non ce l’ha, avrà una pu­nizione «minore». Il che, se­condo molti, Fiab (Amici del­la bicicletta) in testa, configu­rerebbe la violazione del prin­cipio costituzionale di ugua­glianza.

La pensa così anche la si­gnora veronese multata, che non ha esitato a contattare la sezione scaligera della Fiab, di cui non risulta socia. Una ri­chiesta di aiuto a cui non si è sottratto il presidente dell’as­sociazione, Paolo Fabbri, che le ha immediatamente offerto assistenza legale. Un appog­gio che riguarderà in primo luogo l’opposizione alla de­curtazione dei punti della pa­tente e poi una richiesta di ri­duzione della sanzione, da inoltrare al giudice di pace at­traverso un ricorso. «Si tratta di una fattispecie spinosa, in relazione proprio alla presun­ta violazione del principio di uguaglianza sancito dalla Co­stituzione — commenta il co­ordinatore dei giudici di pace di Verona, Bruno Predicatori —. E’ la prima volta che venia­mo investiti della questione: ce ne occuperemo con la mas­sima attenzione».

Di primo acchito, il caso fi­nirà direttamente alla Corte Costituzionale. «Nulla da ecce­pire sull’operato dei vigili, che si sono limitati ad applica­re la legge — osserva Fabbri —. E’ giusto sanzionare chi vìola il codice della strada, il punto semmai è che la norma oltre che ingiusta è palesemente incostituzionale, per­ché lede il principio di ugua­glianza. A parità di violazio­ne, infatti, punisce più pesan­temente chi è in possesso del­la patente di guida, titolo che oltretutto non è necessario per guidare la bicicletta. E’ inoltre ingiusta perché puni­sce con la medesima pesantez­za due comportamenti ogget­tivamente diversi: quello di chi attraversa contromano su un’ecologica bicicletta e chi lo fa su un ingombrante e inqui­nante Suv». Di qui la richiesta di riduzione della sanzione. Ma Fabbri va oltre: «A Verona non si sta facendo nulla per promuovere l’uso della bici­cletta, i nuovi provvedimenti viari ignorano i ciclisti».

Articolo su L’Arena del 26/08/2009
di Ilaria Noro

link sul sito de L’Arena

Pedalava lungo via Cesiolo in borgo Trento, in contromano, a bordo della sua bicicletta. Ma l’alt di un vigile ha fermato il suo giro. E la ciclista si è vista comminare una contravvenzione di 150 euro e decurtare di 4 punti della patente.

È accaduto l’altra mattina a una signora che, ritenendo di essere vittima di una «sanzione lecita ma eccessiva», ha subito inviato una mail agli Amici della bicicletta spiegando l’accaduto.

Pronta la risposta dell’associazione, che ha offerto assistenza legale alla malcapitata, e a quanti potrebbero incappare in simili sanzioni. O a quanti già sono stati beccati a violare il codice della strada sulle due ruote, che in città sono già quattro. Tutte contravvenzioni che prevedono anche la decurtazione dei punti della patente. Il presidente degli Amici della bicicletta si è scagliato infatti contro queste sanzioni, bollandole come incostituzionali.

«Nulla da eccepire sull’operato dei vigili che si sono limitati ad applicare la legge», ha spiegato Fabbri. «È giusto sanzionare chi viola il codice della strada, il punto semmai è che la norma oltre che ingiusta è palesemente incostituzionale perché lede il principio di uguaglianza. A parità di violazione, infatti, punisce più pesantemente chi è in possesso della patente di guida, titolo che oltretutto non è necessario per guidare la bicicletta. E’ inoltre ingiusta perché punisce con la medesima pesantezza due comportamenti oggettivamente diversi: quello di chi attraversa in contromano via Cesiolo su una ecologica bicicletta e chi lo fa su un ingombrante e inquinante Suv». Di qui la richiesta di riduzione della sanzione.

«Chi di dovere si appresti a realizzare piste ciclabili e infrastrutture idonee alla viabilità sulle due ruote. anziché accanirsi contro noi ciclisti», si legge inoltre nella segnalazione della signora, che preferisce rimanere anonima, ha inviato ieri agli Adb.

L’offerta di assistenza da parte dell’associazione riguarderà in primo luogo l’opposizione alla decurtazione dei punti della patente e in secondo luogo comprenderà anche una richiesta di riduzione della sanzione da inoltrare al Giudice di Pace attraverso un formale ricorso. «Il fatto che il primo vero caso di applicazione della norma contenuta nel Pacchetto Sicurezza a Verona (eccezione fatta per il rumeno trovato ubriaco e che ha causato un incidente stradale) si sia verificato proprio in via Cesiolo, è molto significativo e fa ancor più riflettere. Quella via infatti era destinata a diventare a doppio senso per i ciclisti. Sotto la precedente amministrazione i tecnici comunali avevano appurato l’idoneità della strada a venire trasformata a doppio senso per le biciclette, nel pieno rispetto del codice della strada.
Uno dei primi provvedimenti della nuova amministrazione, invece, è stato proprio quello di stralciare tale provvedimento. Non solo in città non si sta facendo nulla per promuovere l’uso della bicicletta ma si interrompe e si sospende tutto quello che era stato precedentemente avviato»
.

Tutte le decisioni viabilistiche adottate vanno poi nella direzione di ignorare sistematicamente il ruolo dei ciclisti in città, denunciano inoltre i soci dell’associazione. «Ad esempio la riconversione a senso unico di molte strade secondarie che fino a poco tempo fa erano a doppio senso di marcia, ottengono l’unico risultato di trasformare i quartieri in grandi parcheggi e di costringere i ciclisti a lunghi ed oziosi giri dell’oca», ribadisce Fabbri, elencando alcuni esempi quali, «È appena il caso di notare, inoltre, come i quartieri Nord di Avesa, Valdonega, Pindemonte e Ponte Crencano, Via Cesiolo rappresentino oggi l’unica alternativa alla trafficatissima e pericolosissima Via Mameli», conclude Fabbri.

Comunicato stampa