Comunicato Stampa
Campagna elettorale e bicicletta

lunedì 21 maggio 2007, di webmaster

1. lettera aperta ai candidati

a sostegno delle nostre proposte e in calce ad una lettera aperta ai candidati a sindaco abbiamo raccolto circa 2800 firme.

 
2. le nostre proposte
 

Ecco una sintesi delle cose che chiediamo

 

3. non sottovalutiamo la bicicletta!

 

Nei documenti della Commissione Europea si dice che il 75% dei cittadini europei vive in agglomerati urbani e che è ragionevole stimare che il 20% dei movimenti che si verificano nelle città grandi e piccole potrebbe svolgersi in bicicletta.

 

Questo significa replicare milioni di volte ogni giorno dei comportamenti che sono virtuosi con riferimento a molte tematiche importanti: la tutela della salute e la riduzione dei costi sociali di cura (promozione di stili di vita attivi, aumento delle aspettative di vita, contrasto del sovrappeso e dell’obesità), il riscaldamento del clima (la bicicletta non produce CO2 e stiamo parlando di milioni di km percorsi ogni giorno), riduzione del traffico e dell’inquinamento (più del 20% di movimenti quotidiani viene giàsvolto in bicicletta in molte città europee: Graz e Strasburgo per citarne due uguali a Vr per numero di abitanti), qualità urbana e recupero degli spazi (tutti i dati disponibili prevedono che a Vr nel 2012 arriveremo a 7/8 macchine per 10 abitanti: la bicicletta non ingombra e le città scoppiano), la dipendenza energetica (milioni di km percorsi senza una stilla di petrolio) ...

 

Oltretutto le politiche di promozione della bicicletta costano poco e godono di un largo consenso trasversale.

NON SERVONO TANTI SOLDI: UN SINDACO PUÒ DARE UNA SVOLTA ALLA CITTÀ ANCHE SENZA L’AIUTO DI GOVERNO E REGIONE

 

Ci credono, oltre che in molte città euroee, anche in alcune città americane. In particolare a Chicago e a New York: qui il sindaco Bloomberg ha proclamato maggio il mese della bicicletta e ha realizzato 260 miglia di corsie ciclabili: http://www.transalt.org/calendar/bikemonth2007/)

 

4. Aristotele diceva che “gli uomini si riuniscono nelle città per vivere la buona vita”. È così?

 

Nella nostra città fare una cosa semplice come andare in giro in bici viene vissuta come pericolosa avventura da gran parte delle persone anziane (il 30% dei veronesi ha più di 60 anni) (per non parlare dei bambini per i quali andare a scuola da soli, magari in bici, dovrebbe essere normale e non straordinario!). Modernità, economia e qualità della vita sono inconciliabili?

 

In Europa la presenza di ciclisti (e pedoni) viene considerata un indicatore della qualità della vita.

 

5. a quale modello di mobilità facciamo riferimento?

 

Nell’Europa più evoluta il modello largamente affermato è quello che prevede una mobilità urbana centrata da una parte sul mezzo pubblico, sulla bicicletta e sulla pedonalità, dall’altra sulla necessità di disincentivare l’uso degli automezzi privati.

 

A quale modello di mobilità fanno riferimento i nostri candidati? Che città si propongono di lasciarci nel 2012?

 

Se il modello è quello che si afferma in Europa:

 

noi troviamo coerenti ad esso il piano della sosta, l’ampliamento della ZTL e le telecamere, la realizzazione della tramvia, il potenziamento dei mezzi pubblici, la fusione AMT/APT, la realizzazione del maggior numero possibile di “zone 30”, la realizzazione di piste ciclabili di qualità ...

 

A quel modello NON sono coerenti i tunnel (lunghi e corti), la 434 che arriva a Porta Nuova, la promessa di parcheggi a basso costo per gli studenti e la realizzazione di parcheggi all’interno delle mura (sono attrattori destinati ad aumentare il numero di auto in circolazione,)

 

(È Verona, dopo Palermo, la città italiana nella quale si fa più ricorso, per gli spostamenti quotidiani, agli automezzi privati. Ed è nella nostra città che negli ultimi 20 anni sono stati realizzati molti interventi importanti a favore della mobilità automobilistica (sottopassi, tangenziali, ponti, mediane, superstrade ...), ma nessun intervento altrettanto significativo a favore del trasporto pubblico).

 

6. per favore, se parliamo di promuovere la bicicletta basta superficialità!

 

Di bici parlano in molti. Dicendo cose solo apparentemente sensate: esempio bisogna separare la bici dalle auto. Certo! Ma dove? L’applicazione pratica di questa affermazione così apparentemente saggia non è possibile a meno di non relegare i ciclisti nei parchi e nelle poche strade che sufficientemente grandi da consentire questa separazione. E nel resto della città?

 

7. banalmente anche per promuovere la bicicletta serve un piano! E, naturalmente, più che i soldi, la convinzione, il coraggio e la determinazione necessari per realizzarlo.

 
Un piano:

degli obiettivi di legislatura (se oggi i movimenti in bici sono il 7% del totale, quanti potranno essere nel 2012?

un responsabile della sua attuazione (l’assessore alla mobilità!)

un momento forte di coordinamento di tutte le azioni e di tutti gli attori che devono concorrere a realizzarlo (un Ufficio Bicicletta con un organico adeguato)

le risorse necessarie (a Mestre, 176.000 abitanti, investono sulla ciclabilità 5.000.000 di Euro all’anno)

 

8. Il piano? Basta copiarlo: che vantaggio arrivare ultimi!

 

Il piano non può limitarsi alle piste ciclabili! Ecco, in sintesi quali sono i principali capitoli sui quali deve articolarsi. (Per chi è interessato ad un maggior dettaglio: www.amicidellabicicletta.it opuscolo “Muoversi in bicicletta in città..”)

 
promozione della sicurezza

anche attraverso la costituzione di un osservatorio che indichi gli interventi strutturali, preventivi e repressivi più urgenti;

contrasto del furto

attenzione delle istituzioni / osservatorio / registrazione delle biciclette / informazione ai cittadini / parcheggi custoditi (in primo luogo alla stazione Porta Nuova);

rete di piste ciclabili

di qualità, segnalate, continue e convenienti;

zone trenta e moderazione del traffico

nelle zone trenta, se vengono adottate le tecniche di riduzione del traffico e della velocità, le piste ciclabili non sono necessarie;

permeabilità della città alle biciclette

o sui percorsi più frequentati dai ciclisti devono essere individuati i tratti di corsie preferenziali sui quali autorizzare i ciclisti quando manchino o siano impraticabili, per lunghezza e pericolosità, percorsi alternativi;

o nelle zone a traffico limitato, come accade anche in molte città italiane, tutte le strade devono essere a doppio senso di marcia per le biciclette;

o tutti i lavori sulla viabilità ordinaria devono tener conto delle esigenze di ciclisti;

piano dei parcheggi

rastrelliere modello Verona a ridosso di tutti gli attrattori: nell’interesse della città chi sceglie la bicicletta deve essere avvantaggiato;

intermodalità

la tramvia dovrà prevedere il trasporto delle bici; parcheggio e noleggio dovranno essere favorito in prossimità delle stazioni, dei parcheggi scambiatori e delle più importanti fermate dei bus;

cicloturismo

inteso come offerta ai cittadini veronesi e come risorsa da promuovere nell’interesse della città

comunicazione

servono un logo e un piano che rendano visibili e sinergiche tutte le iniziative adottate, che comunichino, con i vantaggi individuali e collettivi legati all’uso della bicicletta, un’immagine positiva del ciclista urbano.

 
 

Grazie Paolo Fabbri