Piste ciclabili comunali ridicole e criticate anche dai cicloamatori?

venerdì 15 dicembre 2006, di webmaster

La Lega Nord aderisce a "modelli settentrionali"? Così sembrerebbe, in teoria. Però di fronte alle sconcertanti affermazioni del Consigliere Bragantini, viene da pensare il contrario.

Chi sono poi questi "cicloamatori" non è ben chiaro, visto che non ci risulta nessuna presa di posizione ufficiale da parte di gruppi sportivi amatoriali. Bene ha fatto pertanto a rispondergli il nostro presidente Paolo Fabbri perchè forse, prendendo fischi per fiaschi, il Consigliere si riferisce ad alcune nostre recenti critiche apparse sulla stampa ad alcune ciclabili (senza accorgersi, che siamo i primi e più forti sostenitori delle ciclabili e che non siamo cicloamatori ma un’associazione ambientalista che rappresenta ciclisti urbani e cicloescursionisti).


”Le piste ciclabili comunali sono ridicole. Non mutano le abitudini dei cittadini, anzi, fanno da imbuto, paralizzano la circolazione e vengono criticate perfino dai cicloamatori”. Queste affermazioni concludono l’intervista rilasciata all’Arena del 10 ottobre dal consigliere provinciale Bragantini (Lega Nord) per sostenere la necessità di realizzare il tunnel sotto le Torricelle,

Non è chiaro chi siano i “cicloamatori”chiamati in causa. Siamo noi “Amici della Bicicletta”?

Per evitare possibili fraintendimenti vorremmo chiarire la nostra posizione. Rispetto alle piste ciclabili realizzate da questa amministrazione noi abbiamo diversi rilievi da fare: molte sono discontinue, non sono segnalate, qualche volta sono decisamente sbagliate. Tuttavia non siamo così ciechi da non riconoscere che queste strutture hanno fatto aumentare considerevolmente il numero di ciclisti in circolazione (dai 17000 movimenti giornalieri in bici al giorno del 1997 ai 52000 del 2005). Sostenere quindi che sono inutili e che non stanno cambiando le abitudini dei veronesi ci pare un errore. Anzi crediamo che, nonostante i loro limiti, queste ciclabili (che oltretutto si stanno ulteriormente sviluppando cominciando a creare un effetto rete) stiano innescando un processo virtuoso: aumenta il numero dei ciclisti, aumentano la loro visibilità sociale e il loro peso politico, prende ulteriore forza la richiesta di nuove strutture. Per verificare se questo è vero basta guardarsi intorno. Sembra impossibile che il consigliere leghista non se ne accorga. Ma non è questo che ci sconcerta di più nelle sue affermazioni. Troviamo preoccupante che chi si occupa di politica oggi riveli la sua adesione ad un modello di mobilità così arretrato come quello cui fa evidentemente riferimento il consigliere in tutta la sua intervista e quando afferma che le piste ciclabili “paralizzano la circolazione”.

L’aumento esponenziale del numero di auto immatricolate promette l’aggravarsi dell’emergenza già gravissima che stiamo vivendo. Questa emergenza è così complicata che non è possibile individuare un provvedimento risolutivo: bisogna intraprendere tante azioni diverse che facciano riferimento ad un modello ispiratore. Quale scegliamo? Nell’Europa più evoluta e più forte, anche economicamente, la strategia adottata per risolvere questa emergenza è quella di rendere sempre più difficile e costoso l’uso dell’automobile privata, di investire gran parte delle risorse sul mezzo pubblico e di promuovere la bicicletta. Affermare che le biciclette (e la tramvia) devono passare dove non intralciano le macchine ha senso se si parla della circonvallazione, per il resto fa sbellicare dalle risate gli esperti di mobilità tedeschi, austriaci, olandesi, danesi ... L’obiettivo è quello di trasferire sul mezzo pubblico e sulla bicicletta il maggior numero di automobilisti possibile. Non è quello di assegnare percorsi tortuosi sconvenienti ai matti e ai poveracci che insistono a muoversi in bici (o col mezzo pubblico).

Sono migliaia i veronesi che tornano dai viaggi in Europa e raccontano entusiasti dei provvedimenti a favore della bicicletta che hanno visto a Strasburgo, a Francoforte, a Berlino, a Vienna .... Sarà proprio un consigliere leghista a raccontare a loro che quel modello così “settentrionale” da noi non può andare? Per ragioni di latitudine o per la disarmante arretratezza di alcuni dei politici che ci vogliono rappresentare?

Sottoscrivono questo intervento anche Michele Bertucco e Giorgio Massignan per sottolineare la complementarità di queste considerazioni con le dichiarazioni che Legambiente e Italia Nostra hanno reso all’Arena (11.10.06) per dimostrare ancora una volta l’inutilità del tunnel delle Torricelle.

Paolo Fabbri Presidente Fiab Amici della Bicicletta
Michele Bertucco Presedente Legambiente
Giorgio Massignan Presidente Italia Nostra