cambio ai vertici
Paolo Fabbri nuovo Presidente degli Amici della Bicicletta di Verona

martedì 30 aprile 2002, di webmaster

Dal 1996 al 2002 fanno sei anni dal momento in cui - dopo le dimissioni di Lucio Garonzi – fui eletto presidente degli Amici della Bicicletta.
Fin dai tempi della fondazione, si è sempre cercato di attribuire alle cariche interne all’associazione un ruolo soprattutto “di servizio”, privo di quegli aspetti legati alla rappresentatività e al comando che sono tipici di ambienti molto diversi da questo.
Fortunatamente nel nostro gruppo la gerarchizzazione, talvolta necessaria, ha continuato - fin dalle origini - a prender forma in maniera spontanea; non imposta da logiche di potere o di opportunità, ma guidata dall’individuazione di quelle persone che, per quantità e bontà del lavoro svolto, sono sembrate di volta in volta maggiormente adatte a ruoli di coordinamento. Nel caso della mia presidenza, essa arrivò in un periodo di relativa crisi dell’associazione, coincisa con l’abbandono da parte di alcuni dei rappresentanti all’epoca maggiormente attivi. Elementi che, assieme ad altri tuttora “onoratamente in servizio”, avevano forse portato l’associazione a vivere i momenti migliori della sua storia. Ma non lasciamoci pendere da nostalgie da ventennale, non poniamoci limiti per il futuro...
Anch’io ho assunto l’incarico per puro spirito di servizio, perché espressamente richiestomi dal consiglio direttivo stante l’evidente mancanza di alternative. Ho accettato pur trovandomi in un momento della vita in cui l’impegno all’interno degli AdB andava - per cause esclusivamente naturali dovute alla lunga militanza - gradualmente riducendosi. Per lo stesso motivo ho “tenuto botta” per sei anni, tentando ad ogni assemblea di rassegnare le dimissioni, ma senza che si facessero avanti altri aspiranti e dando luogo così - con mia grande sorpresa - alla più lunga presidenza nella storia dell’associazione.
E se questi sei anni non si possono forse definire formidabili, va dato atto a tutti noi che - nonostante la forza ridotta - le varie attività hanno continuato a svolgersi in maniera dignitosa; e questo vale per la battaglia sulla ciclabilità e la nostra presenza pubblica, per il programma delle escursioni, per le varie pubblicazioni che abbiamo curato.
Credo di poter dire, quindi, che l’operazione di “traghettamento” dell’associazione verso lidi migliori - che tutti noi “vecchi” abbiamo in questi anni cercato di portare avanti - sta finalmente dando qualche succoso frutto e che nuove persone con capacità e voglia di fare stanno chiaramente emergendo dal “gruppone” dei nostri non pochi soci. Chiaro mi pare il successo della recente settimana della bici, brillantemente coordinata dal nuovo presidente Paolo Fabbri e alla quale hanno dato il loro entusiastico apporto numerose persone.
Credetemi, non sono questi “giri di parole” per cercare di indorare la pillola delle mie dimissioni. Sono veramente convinto che - oggi come oggi - ci siano tutte le condizioni per un’alternanza che potrà solo giovare alla salute e allo sviluppo della nostra associazione.
E per quel che mi riguarda non cambierà molto nei rapporti con gli AdB: continuerò a collaborare all’interno del direttivo e seguiterò a coordinare la redazione di Ruotalibera, sperando di poter dedicare maggior tempo a questo incarico e assicurare in tal modo un prodotto anche migliore.
Insomma, dopo sei anni di tentativi, eccomi giunto a destinazione! Al nuovo presidente Paolo Fabbri i migliori auguri di buon lavoro nella certezza di una proficua collaborazione.
Massimo Muzzolon

Ai primi di aprile ho assistito, in una sala Lodi affollatissima, alla proiezione di diapositive che è stata organizzata per celebrare il ventennale degli AdB. Le diapositive non mostravano soltanto un succedersi di iniziative - alcune splendide che bisognerebbe proprio essere capaci di riproporre – e di uscite in bicicletta “pionieristiche”, ma raccontavano anche di impegno personale, di amicizia, del tanto tempo trascorso: vent’anni! Tra il pubblico ricordi condivisi, risate: “quello sei tu!”.
Iscritto da pochi anni, attivo solo dall’anno scorso, all’inizio della serata ho provato un po’ di disagio, come capita a tutti i nuovi arrivati ad una festa dove tutti gli altri si conoscono da una vita. Poi, com’era inevitabile, mi sono divertito molto, ritrovando anch’io vecchi amici - Verona è piccola! - e godendo il clima piacevolmente festoso della serata. E godendo anche i complimenti per l’iniziativa che era in corso in quel momento (“la settimana della bici”) per la quale mi ero dato, mi stavo dando e mi sarei ancora dato, molto da fare. Con gli amici della bicicletta – intendo quelli “storici” - ho in comune pochi ricordi e molta sintonia.
A questa sintonia e al mio darmi da fare in un momento nel quale altri - per motivi personali, familiari o di lavoro – hanno rinunciato o ridotto il loro attivismo, devo la mia elezione a presidente. Elezione che ho accettato per spirito di servizio e con l’assicurazione di poter contare sulla competenza dei tanti “soci storici” che meglio di me potrebbero rappresentare la nostra associazione e che non hanno potuto accettare l’incarico.
I miei propositi? “Darci dentro” in un periodo che, mi pare, promette di essere particolarmente favorevole. Di qui alla prossima primavera mi propongo di allacciare buoni rapporti con la nuova amministrazione comunale e di aumentare le uscite riprendendo a programmare anche quelle di più giorni.
Quanto al primo obiettivo: credo che si debba prendere atto con molto favore del fatto che il nuovo sindaco, l’avvocato Zanotto, ha dichiarato di voler essere ricordato come il sindaco che è riuscito a mandare i bambini a scuola in bicicletta da soli. Quella che si trova tutta intorno a dei bambini che possono muoversi da soli e in bicicletta, è la “città possibile” dei nostri progetti. Dobbiamo essere capaci, con le altre associazioni ambientaliste veronesi - con le quali abbiamo in questo senso già preso dei contatti - di collaborare fattivamente con questa nuova amministrazione aiutandola a tradurre in pratica l’atteggiamento positivo che emerge dalle dichiarazioni del sindaco e del suo entourage.
Per quanto riguarda il secondo obiettivo, credo che sia particolarmente importante dare risposta ad una oggettiva, crescente! “domanda di bicicletta” proponendo un calendario di uscite più ricco. Mancano, in questo momento, risorse per riprendere la programmazione che ha caratterizzato la nostra associazione in passato. Eppure, come tutti sappiamo, chi si avvicina alla bicicletta come mezzo di svago, prima o poi valuta la possibilità di utilizzarla come mezzo di trasporto quotidiano. E poi, poche cose come le uscite, in particolare quelle di più giorni, servono a stabilire rapporti, a favorire amicizie. E noi abbiamo bisogno di nuovi soci che possano perpetuare, nell’associazione, lo spirito che l’ha animata nei vent’anni appena celebrati. Chi vuole rendersi disponibile a partecipare all’organizzazione anche di una sola uscita si faccia vivo.
Questi propositi sono condivisi dai soci del direttivo, fra i quali alcuni, come me, hanno da poco deciso di partecipare o di tornare a partecipare attivamente alla vita dell’associazione. E anche questo mi sembra un buon segno. Grazie a loro e ai più vecchi, in particolare a Donata Avesani, la nuova vice presidente (che doveva essere il presidente al mio posto e che all’ultimo ha dovuto rinunciare per motivi di lavoro), e a Massimo Muzzolon (che ha ceduto la carica per esaurimento delle pur molte energie che lo hanno sostenuto nei sei difficili anni della sua presidenza), mi sento, circa il nostro futuro, molto fiducioso.
Rinviando, in questa estate torrida, a fresche biciclettate autunnali, desidero salutare tutti con una poesia di G. Caproni che mi sembra di buon auspicio:
Faceva freddo. Il vento
mi tagliava le dita.
Ero senza fiato. Non
ero stato mai più contento.
Paolo Fabbri